La battaglia di Alfio Uda: spiagge aperte ai disabili
di Alessandra Porcu
Macomer, costretto su una sedia a rotelle promuove il turismo accessibile «Abbiamo il diritto di andare al mare. Servono strutture e stabilimenti a norma»
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MACOMER. Non solo restrizioni anti Covid. Nell’estate 2020, ormai alle porte, le persone disabili saranno costrette a fare i conti pure con le barriere architettoniche presenti nei litorali sardi, da nord a sud. Costa orientale e occidentale, comprese. «Il problema esiste da sempre. E alla base – sottolinea il macomerese Alfio Uda, costretto su una sedia a rotelle in seguito a un incidente stradale – ci sono fondamentalmente scarsa conoscenza sull’argomento e poca sensibilità. Le spiagge della nostra bella e amata Sardegna non sono attrezzate, nella maggior parte dei casi, per accogliere chi ha delle grosse limitazioni nei movimenti. Qualche eccezione esiste, per lo più nel cagliaritano. Il resto dell’isola rimane off limits. Io, ad esempio – racconta Alfio con amarezza – non posso trascorrere una giornata al mare a Bosa con mio fratello e i miei nipoti perché l’arenile non è dotato dei servizi adatti. Stesso discorso vale per altre località della Planargia come Magomadas e Tresnuraghes». Da qui l’idea di creare una pagina facebook per promuovere una forma di turismo sostenibile e accessibile. Poco più di una settimana fa, Alfio e la sua compagna Luciana hanno dato vita a “Spiagge accessibili ai disabili in Sardegna”.
«La nostra iniziativa – spiega – ha lo scopo di informare i cittadini e perché no, invitare le istituzioni a impegnarsi di più. È necessario mettere a punto piani e misure che diano a tutti, nessuno escluso, la possibilità di spostarsi in piena autonomia. A volte noi disabili ci sentiamo un peso per gli altri. Quasi un ingombro – ammette Alfio, – la mancanza di pedane e passerelle, non ci consente di arrivare in spiaggia o di poter fare il bagno. Dunque siamo costretti a chiedere aiuto ai nostri familiari, ai bagnini o magari a degli sconosciuti. Rivendichiamo il diritto di trascorrere una o più giornate al mare in serenità. Chiediamo non solo stabilimenti balneari attrezzati ma anche strutture ricettive con camere, bagni e stalli a norma. Spesso – prosegue Alfio – capita di entrare in una toilette per disabili che, in realtà, per disabili non è, visto che le maniglie non sono sufficienti o peggio ancora, funzionali. C’è un modo di fare le cose approssimativo. Superficiale». Se a questo si aggiunge la disinformazione, il tutto si complica. Proprio la pagina “Spiagge accessibili ai disabili in Sardegna” ha dovuto segnalare un sito internet che inseriva Compultitu (Bosa) e Torre Foghe (Tresnuraghes) tra le spiagge accessibili ai disabili. «Chi conosce le due località – tuona Alfio Uda – sa benissimo che per arrivare al mare bisogna percorrere un lungo tratto di terreno scosceso e impervio. Un’impresa per i normodotati, figurarsi per chi ha degli handicap. C’è tanto da lavorare per smuovere le coscienze – conclude Alfio – io, Luciana e le migliaia di persone che seguono la nostra pagina stiamo cercando di farlo».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
«La nostra iniziativa – spiega – ha lo scopo di informare i cittadini e perché no, invitare le istituzioni a impegnarsi di più. È necessario mettere a punto piani e misure che diano a tutti, nessuno escluso, la possibilità di spostarsi in piena autonomia. A volte noi disabili ci sentiamo un peso per gli altri. Quasi un ingombro – ammette Alfio, – la mancanza di pedane e passerelle, non ci consente di arrivare in spiaggia o di poter fare il bagno. Dunque siamo costretti a chiedere aiuto ai nostri familiari, ai bagnini o magari a degli sconosciuti. Rivendichiamo il diritto di trascorrere una o più giornate al mare in serenità. Chiediamo non solo stabilimenti balneari attrezzati ma anche strutture ricettive con camere, bagni e stalli a norma. Spesso – prosegue Alfio – capita di entrare in una toilette per disabili che, in realtà, per disabili non è, visto che le maniglie non sono sufficienti o peggio ancora, funzionali. C’è un modo di fare le cose approssimativo. Superficiale». Se a questo si aggiunge la disinformazione, il tutto si complica. Proprio la pagina “Spiagge accessibili ai disabili in Sardegna” ha dovuto segnalare un sito internet che inseriva Compultitu (Bosa) e Torre Foghe (Tresnuraghes) tra le spiagge accessibili ai disabili. «Chi conosce le due località – tuona Alfio Uda – sa benissimo che per arrivare al mare bisogna percorrere un lungo tratto di terreno scosceso e impervio. Un’impresa per i normodotati, figurarsi per chi ha degli handicap. C’è tanto da lavorare per smuovere le coscienze – conclude Alfio – io, Luciana e le migliaia di persone che seguono la nostra pagina stiamo cercando di farlo».
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