Gli stagni di Posada di nuovo in mani pubbliche
di Sergio Secci
Venerdì la firma dal notaio per lo storico atto che riguarda 39 ettari privati dalla seconda metà dell’800
2 MINUTI DI LETTURA
POSADA. Dopo anni di battaglie legali gli stagni di Posada tornano ad essere di proprietà pubblica. Con gli ultimi 39 ettari acquistati ieri a poco meno di 80mila euro, l’intera area lagunare che comprende gli stagni Sa Costera, Tundu e Palones e il tratto di fiume che si va da Orvile alla foce di San Giovanni, è di proprietà del parco naturale regionale di Tepilora. L’atto d’acquisto è stato siglato in uno studio notarile di Olbia tra il presidente del parco Roberto Tola e il curatore fallimentare Renato Macciotta, che ha seguito la vendita all’asta del sito dopo il fallimento nel 2017 della cooperativa La Bottarga che ne vantava la titolarità insieme ad altri 33 ettari su cui invece è stata poi riconosciuta la proprietà demaniale. L’operazione si aggiunge al recupero della Peschiera che il curatore fallimentare aveva riconosciuto lo scorso anno al comune che lo ha poi assegnato in gestione all’Ente Parco.
L’amministrazione guidata dal sindaco Tola aveva riconosciuto alla coop 64mila euro per le migliorie fatte negli anni sui locali che diventeranno presto sede di corsi e attività del Ceas. «Oggi abbiamo chiuso una pagina storica in favore non solo della collettività di Posada o dell’area del Parco, ma di tutti i cittadini che un giorno potranno visitare in piena libertà una delle zone umide più caratteristiche del Mediterraneo». Ha dichiarato Roberto Tola che ha ricordato il lungo iter che ha portato a questo traguardo: “Nell’agosto 2014 con Legambiente Sardegna e tanti cittadini, sfidammo alla guida delle nostre canoe i divieti imposti dalla cooperativa La Bottarga sul transito nelle acque della nostra laguna: con l’atto siglato oggi archiviamo una pagina che sono certo ne aprirà altre molto interessanti”. Tola ha quindi ricordato che oltre all’aspetto ambientale si dovrà lavorare sul piano occupazionale legato alla pesca.
«Abbiamo già messo in campo le prime iniziative che mi auguro portino quanto prima a un riavvio del settore ittico lagunare capace di valorizzare, nel pieno rispetto del delicato sistema naturale, programmi di sviluppo ecosostenibili che possano dare lavoro ai giovani del nostro territorio». Ad aver creduto nella straordinaria volontà rappresentata dal comune, che voleva riunire sotto l’ombrello pubblico tutta l’area umida del delta del fiume, è stata la Regione che nel 2018 stanziò un finanziamento da 400mila euro per l'acquisto della laguna.
L’amministrazione guidata dal sindaco Tola aveva riconosciuto alla coop 64mila euro per le migliorie fatte negli anni sui locali che diventeranno presto sede di corsi e attività del Ceas. «Oggi abbiamo chiuso una pagina storica in favore non solo della collettività di Posada o dell’area del Parco, ma di tutti i cittadini che un giorno potranno visitare in piena libertà una delle zone umide più caratteristiche del Mediterraneo». Ha dichiarato Roberto Tola che ha ricordato il lungo iter che ha portato a questo traguardo: “Nell’agosto 2014 con Legambiente Sardegna e tanti cittadini, sfidammo alla guida delle nostre canoe i divieti imposti dalla cooperativa La Bottarga sul transito nelle acque della nostra laguna: con l’atto siglato oggi archiviamo una pagina che sono certo ne aprirà altre molto interessanti”. Tola ha quindi ricordato che oltre all’aspetto ambientale si dovrà lavorare sul piano occupazionale legato alla pesca.
«Abbiamo già messo in campo le prime iniziative che mi auguro portino quanto prima a un riavvio del settore ittico lagunare capace di valorizzare, nel pieno rispetto del delicato sistema naturale, programmi di sviluppo ecosostenibili che possano dare lavoro ai giovani del nostro territorio». Ad aver creduto nella straordinaria volontà rappresentata dal comune, che voleva riunire sotto l’ombrello pubblico tutta l’area umida del delta del fiume, è stata la Regione che nel 2018 stanziò un finanziamento da 400mila euro per l'acquisto della laguna.