Artigiani e commercianti fanno rete a Borore
di Alessandra Porcu
Le Partite Iva riunite in un’associazione lanciano la sfida per rilanciare il paese La segretaria: «Tutti insieme per la comunità, un invito anche agli allevatori»
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BORORE. Da pochi giorni l’associazione artigiani e commercianti bororesi ha il suo statuto. «Nella prossima assemblea del direttivo – spiega il presidente Fabio Porcu – approveremo il regolamento». Per ora sono una ventina le Partite Iva che hanno deciso di prendere parte a quella che in tanti definiscono una vera e propria sfida. «Stiamo attraversando un momento molto complicato – racconta la segretaria Marina Lai – ma, forse, potrebbe essere quello più giusto per dare una scossa al nostro paese. C’è bisogno di energia positiva, di qualcosa di nuovo. Vorremo impegnarci per la comunità. L’obiettivo è di farlo tutti insieme. Più saremo meglio sarà». L’invito è rivolto anche e soprattutto agli allevatori del posto. «Sono tanti e la loro presenza sarebbe un valore aggiunto al progetto. Lanciamo un appello affinché si uniscano a noi» afferma Vanna Sias. Lei, insieme a Maria Giovanna Lai e Maria Antonietta Muroni, fa parte del gruppo di supporto esterno che avrà il compito di guidare i soci lungo il percorso. Un percorso articolato che, di riunione in riunione, sta prendendo sempre più forma. «Il primo evento che vorremmo organizzare è una notte bianca – ci dice Maria Giovanna Lai – presumibilmente entro l’estate. Pensavamo a una serata musicale. Magari a una “reunion” delle band musicali di Borore che negli anni ’90 sono state diverse. Ma ci sarebbe spazio pure per le nuove leve». «Il cuore dell’iniziativa potrebbe essere la centralissima via Roma. Sarebbe bello trasformarla, per l’occasione, in una grande area espositiva a cielo aperto – aggiunge Vanna Sias – i negozi resterebbero aperti e si potrebbero creare aree espositive per le produzioni locali. Dall’artigianato alla scultura, passando per il buon cibo. Tutto purché si valorizzi l’operosità degli abitanti di Borore. Ci piacerebbe, poi, collaborare con le altre associazioni presenti. Ognuna ha tanto da offrire». L’aspirazione è quella di fare da collante e, perché no, di mettersi a disposizione. «Durante il confinamento – sottolinea Vanna Sias – ci siamo resi di conto di quante persone abbiamo riscontrato difficoltà a utilizzare i dispositivi tecnologici. Per alcuni è stato arduo persino inviare una semplice mail. Da qui l’idea di informare e formare quanti ne avessero necessità. Si potrebbero attivare, ad esempio, dei mini corsi di informatica o di marketing. Dare dei consigli su come navigare nel web e usare i social network». Insomma, le idee sembrano davvero non mancare.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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