La Nuova Sardegna

Nuoro

«Bar e pasticcerie nel limbo molto meglio il lockdown»

di Alessandro Mele
«Bar e pasticcerie nel limbo molto meglio il lockdown»

Dario Ciferni, titolare di “Italia2”: abbiamo perdite pari al 70% rispetto al 2019 «Fossimo stati in zona rossa il Governo ci avrebbe garantito sovvenzioni»

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NUORO. «Siamo aperti ma è come se fossimo chiusi con perdite pari al 70% rispetto allo scorso anno, per il nostro settore sarebbe stato meglio essere in zona rossa». È il paradosso della tavolozza Covid ideata dal Governo Conte che colloca l’isola in zona gialla, un’ottima prospettiva dal punto di vista sanitario ma con una proiezione nera per le attività di bar e ristorazione che restano senza aiuti economici e con una chiusura imposta alle 18. L’allarme lo lancia Dario Ciferni, titolare da oltre 40 anni del bar pasticceria Italia2 di via Mannironi: «Paradossalmente la zona rossa avrebbe garantito sovvenzioni immediate per un settore come il nostro che si trova ormai con l’acqua alla gola – ha affermato –. Avrei preferito chiudere per due mesi per poter ricominciare tranquillamente a Natale, invece ci troviamo in una sorta di limbo dove non si capisce se siamo aperti o se siamo chiusi». Anche se la chiusura dei locali resta obbligatoriamente alle 18, le spese per titolari e gestori rimangono le stesse: «I costi a nostro carico sono rimasti invariati – dice ancora Dario Ciferni – e per non crearcene di altri, da qualche settimana abbiamo deciso di chiudere già il sabato pomeriggio dal momento che non riusciamo più a pagarci neanche la bolletta dell’acqua. Anche il personale è ormai ridotto all’osso: oltre che dimezzato, resta per due, tre giorni alla settimana in cassa integrazione. Che senso ha prevedere una zona gialla che lascia l’economia in agonia? Via Mannironi, ad esempio, è un inferno: con l’ospedale sbarrato si è interrotto l’afflusso dei clienti, siamo isolati in una città fantasma». Lasciati soli e senza alcun aiuto economico: «Dove sono i contributi promessi da Governo e Regione Sardegna? – si chiede il titolare dell’Italia2 –. La situazione è molto peggio di marzo, le spese sono troppe e se sarò costretto a mandare tutti in cassa integrazione restituirò le chiavi dell’attività direttamente alle nostre istituzioni. Mi sta passando anche la voglia di alzarmi la mattina per aprire il locale». La richiesta è perentoria: regole chiare per il Natale. «Stiamo ancora aspettando risposte da chi ci rappresenta politicamente in Regione ma anche dai nostri referenti di categoria che sembrano essersi volatilizzati – dice ancora Dario Ciferni –. Cosa dobbiamo fare per Natale? Già da un mese abbiamo fatto gli ordini per le materie prime che come a Pasqua rischiano di rimanerci sul groppone. Chiediamo una regolamentazione definitiva per le feste natalizie anche perché se non lavoriamo non possiamo far fronte ai pagamenti che imperversano anche a fine anno. Dove sono tutti i soldi promessi per far fronte alla chiusura anticipata imposta? Ci si rende conto che questo è il momento in cui le parole devono diventare fatti concreti? Aiutateci, è una situazione indescrivibile».

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