Da Macomer in Ucraina per aiutare i profughi
di Alessandra Porcu
Giannina Piga, volontaria della Croce rossa, in missione nei paesi della guerra. «Ogni volta che devo affrontare un incarico sento forte il senso del dovere»
02 maggio 2022
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MACOMER. Oltre a essere mamma di tre figli e nonna di due nipoti, Giannina Piga, classe 1960 di Macomer, è una volontaria con la “v” maiuscola. È fedele alla divisa della Croce rossa da ventidue anni. Ha partecipato a diverse missioni sul territorio italiano. Quando l’Abruzzo e le Marche hanno subito la devastazione del terremoto, lei c’era. Così come aveva scelto di salire a bordo della nave che da Ragusa o Agrigento faceva la spola verso Lampedusa per portare in salvo i migranti a bordo dei gommoni. Non ha fatto mancare il suo supporto neppure durante l’alluvione in Sardegna. E ora che l’Europa è costretta a fronteggiare un’altra terribile catastrofe, Giannina ha deciso di fare la sua parte. Ancora una volta. Lo scorso 30 aprile, valigia alla mano e zaino in spalla, è ripartita. Ennesimo viaggio, ennesima esperienza. Stavolta al servizio dei profughi che scappano dalla guerra in Ucraina. «Quando poco meno di una settimana fa è arrivata la chiamata, ho risposto “presente”– racconta la donna –. Non avrei potuto esimermi dall’aiutare chi fugge dalle bombe, dalla violenza e dalle atrocità commesse in un conflitto che, alla stregua di tutti gli altri sparsi nel pianeta, reputo inconcepibile». Il volo che da Alghero l’ha portata a Pisa è decollato a metà mattina. Destinazione: il Centro operativo emergenze di Marina di Massa, in Toscana. Unica volontaria sarda, in questa tornata prevista fino al prossimo 7 maggio, si occuperà della preparazione e della distribuzione dei pasti. «Oltre al corso per diventare istruttrice di Protezione civile, in questi anni – spiega Giannina – ne ho frequentato uno di “Cucina di emergenza. Qualifica (sono solo tre i volontari della Cri Sardegna a possederla) che mi consente di occuparmi a tempo pieno della mensa». Un impegno gravoso che presuppone costanza, sacrificio e amore incondizionato. Come quello per l’associazione della quale ha scelto di far parte. «Ho trascorso una decina d’anni al servizio della sezione di Macomer, per poi proseguire con quella di Bosa – precisa Giannina –. Nonostante lo scorrere del tempo, l’emozione è uguale a quella che ho provato il primo giorno. Ogni volta che devo affrontare una nuova avventura sento forte il senso del dovere. La divisa che indosso ha un valore incommensurabile come il bene che la Croce rossa ha fatto e continua a fare in giro per il mondo». Il messaggio finale di Giannina Piga è rivolto ai giovani. «Non siate prigionieri del torpore. Diventate artefici della vostra e dell’altrui felicità. Mettetevi al servizio del prossimo, specie se è bisognoso di assistenza. Sarete persone migliori».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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