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Duecento Barbie a Ovodda: le mette in mostra Giuseppe Cinelli, assistente di Giucas Casella

di Luca Urgu

	Alcune delle Barbie che andranno in mostra
Alcune delle Barbie che andranno in mostra

All’auditorium comunale dal 15 al 22 dicembre. La collezione del 53enne barbaricino, partito dal suo paese 35 anni fa, è di duemila pezzi

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Ovodda Da Ovodda a Roma, andata e ritorno. Alla fine la vita è fatta di corsie preferenziali e di passioni forti. Strade da percorrere tante volte, ogni volta con un sentimento nuovo. Giuseppe Cinelli, 53 anni, di Ovodda, da cui è partito all’età di 18 anni, non dimentica la via di casa. Quest’anno anzi ci torna in compagnia portando con sé le sue Barbie per una mostra alquanto singolare e interessante che si terrà all’auditorium comunale dal 15 al 22 dicembre.

Cinelli, che vive da oltre trent’anni a Roma (è l’assistente di Giucas Casella oltre a collaborare da esterno a diverse produzioni televisive) ha inaugurato lo scorso ottobre proprio nella capitale la “Fashion doll revolution" la mostra che espone la sua collezione di Barbie con oltre 2000 pezzi raccolti nel corso di 25 anni di collezionismo. Un sogno tenuto a lungo in un cassetto che ha preso forma ed è diventato una bella realtà, tanto che l’esposizione riprenderà a gennaio e sarà visitabile per tutto il 2024.

A Ovodda si potranno ammirare oltre 200 pezzi tra i più iconici compresa la Barbie numero uno, del 1959. «È motivo di grande orgoglio per me poter presentare parte della mia collezione nel mio paese di origine, a cui sono rimasto legato tra gli amici di sempre e gli affetti più cari», ha detto il collezionista di Barbie. La mostra è una vera e propria storia che attraversa il tempo e che racconta l’evoluzione, il costume, la società nelle sue tante epoche e nelle sue mille sfaccettature. Un insieme dei pezzi più iconici che hanno rappresentato ogni era, il cambiamento, la moda che si esprime.

«Il mio amore per Barbie esiste da sempre. Da quando ero bambino e sognavo di poterne avere una tutta mia, ma dovevo accontentarmi di quelle delle mie cugine, che me le prestavano per giocare con loro. Erano gli anni Settanta ed era impensabile in quegli anni coinvolgere un bambino in giochi di bambole. Lo facevo di nascosto quando potevo, a volte in solitudine», racconta Cinelli. «Circa 25 anni fa, mentre sceglievo un regalo di Natale per mia nipote, lo sguardo cadde su una Barbie Holiday e la comprai: fu come riannodare i fili di un passato soltanto sospeso e mai reciso, tanto che decisi di tenerla per me e di trasformare quel lontano "bisogno" in una ricerca, la ricerca di informazioni su Barbie attraverso un percorso di letture, pubblicazioni, scambi, acquisti e contatti anche internazionali. Scoprii che la Barbie Holiday appena acquistata faceva parte di una serie di Barbie dedicate al Natale lanciata nel 1988 (quando usci la prima, la più ricercata e rara): decisi in quel momento che le avrei comprate tutte, e che da li in poi, ad ogni Natale, mi sarei regalato l'ultima uscita, un rituale che porto avanti ancora oggi».

Il ritorno a Ovodda viene sempre vissuto con grande trasporto. «La mia è una famiglia unita a cui sono legato, da qualche mese è venuto a mancare mio babbo, che considero ancora oggi il mio pilastro, il mio punto di riferimento. Ho lasciato il mio paese quando avevo 18 anni, in cerca di fortuna senza mete precise. La mia prima esperienza lavorativa è stata in Svezia, dove ho vissuto per circa un anno. Poi i miei primi lavori a Roma come cameriere in uno dei ristoranti più esclusivi della capitale dove ho falsificato il curriculum per poterci entrare. In quel locale ho avuto l’opportunità di incontrare tanti artisti e personaggi del cinema e dello spettacolo. Da Vittorio Gassman a Paolo Panelli, ma la vera svolta è avvenuta con l’incontro con Giucas Casella. Ma le mie origini sono rimaste sempre vive nel mio cuore e tutte le volte che posso corro dalla mia gente. Ovodda è il paese più bello e inclusivo del mondo».

Attende l'evento la sindaca di Ovodda Ilenia Vacca: «Siamo felici di ospitare la mostra. Uno spaccato importante della società che cambia e si evolve. Sarà un momento interessante per la comunità e per i visitatori che arriveranno in paese».

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