La Nuova Sardegna

Nuoro

Teatro didattico

Così Siniscola manda in scena la vita delle madri costituenti

di Luciano Piras
Così Siniscola manda in scena la vita delle madri costituenti

La Compagnia dell’Itcg “Oggiano” rende omaggio alle prime parlamentari. L’auditorium fa il pienone nelle diverse repliche proposte dalla scuola

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Inviato a Siniscola «Sono Mattei Teresa, di anni 25. Sapete che il primo giorno i commessi del Parlamento non volevano neanche farmi entrare? Terracini, Togliatti, Parri, mi chiamano “la ragazzina di Montecitorio”» racconta sul palco Serena Pipere, nei panni della più giovane fra tutti i 556 Costituenti. Le altre 20 donne parlamentari sorridono. «Non ridete!» alza i toni Pipere-Mattei. «Sono una ragazzina, certo, ma spericolata. Sono stata “Chicchi”, capitana di Brigata, staffetta partigiana, scelta a soli 16 anni, per portare i soldi dei resistenti fiorentini ai fratelli Rosselli, in esilio in Francia... ».

È questo uno dei passaggi centrali dello spettacolo teatrale “Sebben che siamo donne”, atto unico in quattro quadri, portato in scena nell’auditorium dell’Itcg “Luigi Oggiano” di Siniscola. «Celebriamo le donne e omaggiamo le madri Costituenti che ci hanno lasciato in eredità il diritto al voto, l’amore per la nostra autodeterminazione e una splendida Carta costituzionale» spiega in apertura l’insegnante Francesca Capra, regista, e organizzatrice dell’evento assieme ai colleghi Claudia Carta e Salvatore Russo.

Ventuno donne sul palco, compresa una bambina delle elementari di Posada, e un’unica presenza maschile, Antonio Murru (presidente dell’Ute di Siniscola) nel ruolo di funzionario di Montecitorio, chiamato ad aprire e coordinare i lavori dell’aula. «Nove di noi sono di fede comunista» sottolinea Fabiana Nanu dando voce alla parlamentare Maria Maddalena Rossi. «Quattordici di noi sono laureate, molte insegnanti, qualche giornalista, una sindacalista e una casalinga – aggiunge Jana Davoli alias Elisabetta Conci –. Abbiamo tutte fatto formazione politica principalmente accanto al marito, al padre o al fratello. Molte di noi hanno preso parte alla Resistenza, pagando a caro prezzo le proprie scelte».

Prende parola Angiola Minella Molinari, interpretata da Vanessa Pipere: «Proveniamo da tutta la penisola. In quattordici siamo sposate, e abbiamo figli, perché l’impegno politico non è un fatto solo per suffragette senza famiglia» dice. Lei, voce possente e padrona assoluta della scena, che poco dopo trasforma la pièce teatrale in un musical adattando la canzone “La libertà” di Giorgio Gaber e intonando brani come l’inno “Mattinata fiorentina” di Alberto Rabagliati e il singolo “Ho imparato a sognare” di Fiorella Mannoia.

Protagoniste Star dello spettacolo didattico, proposto in più repliche, in questi giorni di celebrazioni per la Giornata internazionale dei diritti delle donne 2024, le studentesse e le insegnanti dei vari corsi dell’Istituto tecnico, una allieva del liceo “Pira”, una bibliotecaria, una socia dell’Anpi. «Alla compagnia vera e propria – spiega Francesca Capra – si aggiunge il maestro d’arte professor Salvatore Russo che ha raccontato con i suoi colori i volti delle prime donne elette nell’Italia repubblicana. Il professor Russo insegna Arte come ora alternativa alla Religione cattolica, perciò ha lavorato al dipinto in collaborazione con tutti i suoi ventotto alunni». Un grande dipinto, tre metri per due, pezzo forte della scenografia dello spettacolo sulle «straordinarie vite delle madri costituenti», ritratte una per una in stile pop, tinte unite, colori e tonalità pastello, insieme all’interno di una cornice di legno tricolore (assemblata generosamente dal falegname Giovanni Satgia) che a breve farà bella mostra all’ingresso della scuola superiore di via Pietro Micca, in una parete poco più avanti rispetto all’ufficio del preside Michele Carta.

Data storica Particolarmente orgoglioso, il dirigente scolastico, della sua squadra e del laboratorio teatrale che ha portato questi frutti preziosi. Davanti all’auditorium colmo di ragazze e ragazzi, Carta fa l’elogio per il lavoro fatto. Ricorda, soprattutto, le donne che votarono per la prima volta in quel lontano 1946, furono quasi 13 milioni. «Sia le elette che le votanti – aggiunge fiera la regista Capra – hanno spazzato via le paure di chi credeva che fosse rischioso dare loro il diritto di voto perché non ancora emancipate né pronte. Alcune sono nate alla fine dell’800 o nei primissimi anni del ‘900, altre hanno 25, 30 anni. Hanno combattuto contro il regime, alcune hanno militato in partiti, associazioni cattoliche o sindacati; la maggior parte provengono dalla Resistenza. Sono donne emancipate, rare, non omologabili – rimarca –. Madri di figli amati, perduti o non accuditi; figlie di padri che le abbandonarono o le istruirono all’eguaglianza; mogli di mariti padroni o fieri alleati».

Dedicato anche alla raccolta di fondi da destinare a “Onda rosa”, il Centro antiviolenza di Nuoro che difende e ospita donne violate, che accoglie e sfama i loro figli minorenni, l’evento di Siniscola è l’occasione per ricordare ancora una volta i femminicidi: «In questi pochi mesi del 2024 sono già 15 – fa sintesi Francesca Capra –. Nel frattempo – alza i toni – abbiamo capito un po’ di cose. Ovvero, che Giulia Cecchettin non era l’ultima e che “fare rumore” non è poi così salvifico. Non stiamo riuscendo a prevenire! qualcosa ci sfugge e così proviamo almeno a curarci le ferite e a prestare soccorso a quelle donne che sono corse via prima di cadere».

«Prego tutti i presenti di tenere sotto gli occhi copia del progetto di Carta costituzionale» è il richiamo a chiare lettere di Delia Satta nei panni di Vittoria Titomanlio. È quanto riportano le cronache parlamentari del 4 marzo 1947, quando l’Assemblea costituente inizia la discussione generale del progetto di Costituzione della Repubblica italiana. «Vi sottopongo all’attenzione l’articolo 3 – dice Satta-Titomanlio –. L’art.3 dice: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge”, fu Teresa Noce e Angela Merlin che vollero che subito dopo ci fosse scritto “senza distinzione di sesso” perché era giusto porre la base giuridica per il raggiungimento della piena parità di diritti tra uomo e donna». Uno dei tanti richiami ai principi fondamentali della Costituzione italiana. Uno dei tanti richiami che riecheggiano nell’auditorium dell’Itcg “Oggiano” e che si propagano a Siniscola e in tutto il circondario grazie a questa compagnia teatrale.

Tutti i nomi Regia: Francesca Capra. Funzionario di Montecitorio: Antonio Murru. Rita Montagnana Togliatti (interpretata da Simonetta Bellu, bibliotecaria); Ottavia Penna Buscemi (Giovanna Marinetto); Leonilde Iotti (Claudia Carta); Nadia Gallico Spano (Viviana Franza); Maria Nicotra Fiorini (Giovanna Capra IIIª A afm); Maria De Unterrichter Jervolino (Ylenia Madau VªA liceo scientifico “Pira”); Teresa Noce Longo (Francesca Capra); Teresa Mattei (Serena Pipere, Dialoghi con l’autore); Adele Bei Ciufoli (Piera Salvai); Angela Maria Guidi Cingolani (Isabella Zappone); Anna Maria Agamben Federici (Manuela Delussu); Maria Maddalena Rossi (Fabiana Nanu Vª Cat); Angelina Livia Merlin (Rosaria Santangelo); Laura Bianchini (Maria Lucia Manca); Filomena Delli Castelli (Eleonora Asole Vª Cat); Elisabetta Conci (Jana Davoli IIª elementare Posada); Elettra Pollastrini (Martina Fadda IIª Cat); Bianca Bianchi (Maria Pau Iª A Tur); Vittoria Titomanlio (Delia Satta IIª A Eno); Angela Gotelli (Giovanna Flori); Angiola Minella Molinari (Vanessa Pipere IIªB Tur).

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