La Nuova Sardegna

Nuoro

L’assemblea

Ottana, solidarietà da tutta l’isola dopo la bomba al municipio

di Kety Sanna

	Un momento dell'assemblea (foto di Massimo Locci)
Un momento dell'assemblea (foto di Massimo Locci)

Consiglio comunale in una palestra gremita di gente: condanna unanime dei sindaci e delle associazioni

3 MINUTI DI LETTURA





inviata a Ottana La solidarietà è stata unanime. Sindaci dalla Barbagia alla Baronia, dal Marghine alla Planargia, dal Mielogu fino all’Oristanese, ieri sera si sono stretti attorno al collega Franco Saba e a tutta la comunità di Ottana dopo il vile attentato che sabato scorso ha sventrato il palazzo del municipio e messo a dura prova la serenità del paese. In una palestra gremita di persone si è tenuto il consiglio comunale organizzato per dire basta alle intimidazioni, che sono fuori dal confronto democratico. Davanti alle macerie rimaste dall’esplosione ieri la risposta decisa di tutti, linfa per andare avanti con coraggio e determinazione.

«Ottana non meritava un atto così grave – ha ribadito il primo cittadino in apertura di assemblea –. Questo attentato arriva senza una minaccia, senza un indirizzo preciso: tocca tutta la comunità, le associazioni. È questo che fa paura. I 100mila euro di danni che ci hanno fatto – ha aggiunto il sindaco – corrispondono a un ottavo delle risorse che ora Ottana dovrà destinare ad altro. La comunità, però, oggi ha dato una bella risposta. Ottana come tutti gli altri centri della Sardegna soffre e fa i conti con i problemi della Sanità, dell’occupazione giovanile verso i quali non possiamo fare nulla. Abbiamo capito che c’è qualcuno che ci vuole male e che, evidentemente voleva fermarci ma noi ripartiremo più veloci di prima anche se sarà doloroso. Ottana è un paese che sa fare tanto». La parola poi agli assessori e ai consiglieri dell’amministrazione che dal 2020 stanno prestando la loro opera per il bene del paese. Rabbia, è questo il sentimento che tutti hanno provato trovandosi di fronte allo sfregio lasciato dal boato di quella notte, quando in paese gruppi di giovani stavano festeggiavano un 18° compleanno.

«Solo la fortuna ha fatto sì che nessuno stesse passando lì vicino in quel momento. Sarebbe stata una strage» hanno detto in tanti. Poi il parroco don Pietro Borrotzu che rinnovando la vicinanza del consiglio pastorale, ha voluto sottolineare l’importanza di questo momento significativo di condivisione e condanna decisa. «In questa giunta si vive un clima di serenità familiare – ha rimarcato – e in paese credo di non aver mai colto situazioni di tensione tanto da spiegare un gesto così vile. Questo è un fatto troppo grave, inaudito e pensato, legato a un problema che non conosciamo. Allora se è vero che in quella bomba c’era un’altissima concentrazione di esplosivo e non di facile reperimento, allora vuole dire che c’è qualcuno che ci vuole male, che vuole male a questa amministrazione e a questa comunità. È necessario perciò, che ci sia una reazione forte come questa di stasera. Perché questi individui vivono bene nelle acque stagnanti – ha aggiunto il parroco – quando non ci sono sussulti, quando non c’è determinazione, quando si vive di superficialità e di disimpegno. Servono allora altre iniziative da parte della società civile, oltre quella di questa sera. Abbiamo delle responsabilità di fronte alle nuove generazioni che devono vederci compatti contro questo tipo di azioni».

Che Ottana sia un paese vivo lo ha ribadito anche Stefano Saba, presidente della società di calcio. «Non ci sono mai state tante associazioni come in questo periodo – ha detto –. Questo è sinonimo che la gente si vuole aggregare, che vuole stare insieme e ha bisogno di condividere le passioni. Questo vuole dire che a Ottana c’è un ambiente sereno ed è compito nostro fare in modo che questo ambiente rimanga e non venga rovinato da nessuno. Le associazioni sono sede di dialogo e democrazia. Stiamo vicini. L’ambiente di Ottana è quello di Corte apertas e di Sant’Antonio. È questa l’immagine che deve passare». Sono seguiti tanti altri interventi che hanno arricchito la serata di calore ma soprattutto di forza e coraggio che serviranno al paese per andare avanti.

Primo piano
La storia 

Il racconto di una commessa: «Pagata solo 3,50 euro l’ora per lavorare nei festivi»

Video

Rissa furibonda fuori da un locale a Sassari, le impressionanti immagini della notte di follia

Le nostre iniziative