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Foreste aperte a Lodè fa il pienone: «Questo è il turismo che vogliamo»

di Luciano Piras
Foreste aperte a Lodè fa il pienone: «Questo è il turismo che vogliamo»

La rassegna del Parco di Tepilora con 200 persone in escursione e il paese in fermento. Successo della seconda tappa, comitive in arrivo da tutta l’isola e oltre

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Inviato a Lodè «Bellissimo, semplicemente meraviglioso» sentenzia una signora arrivata all’alba da Sassari. «Spettacolare, la visuale che si perde fino a Tavolara è qualcosa di spettacolare» ripete incredulo un signore partito per l’occasione da Cagliari. In entrambi i casi, sono alla loro prima esperienza in quest’angolo del Parco di Tepilora, territorio di Lodè, la parte alta che sovrasta il paese e che sull’altro versante guarda sulla valle fluviale e dritto dritto al mare, dal golfo di Orosei fino a Olbia. Il castello della Fava di Posada sembra lì a due passi. La giornata è perfetta, sia per la temperatura sia per la luce che illumina l’orizzonte. La tappa di Foreste aperte, alla sua terza edizione, ieri a Lodè, fa il pienone. «È questo il turismo che vogliamo» dice con orgoglio la sindaca Antonella Canu, mentre il Trenino Avventura Montalbo di Franco Floris (con a bordo Paolo Canu che suona su sonete) riporta in via Santissima Annunziata la comitiva che in mattinata ha scarpinato in escursione lungo la cresta che va da Su Cantaru fino a Loddue, con l’Agenzia Forestas a fare da apripista, presente anche il Cai, il Club alpino italiano. Poco meno di duecento, le persone in cammino. Tanti lodeini, molti sono arrivati da fuori, dai dintorni, da Alghero, da Villanovatulo, da tutte le parti dell’isola, persino da Torino e da Piacenza. Ci sono turisti tedeschi, belgi, francesi.

«Manifestazioni come questa sono importantissime – va avanti la sindaca Canu – per la promozione del nostro paese e del territorio del Parco di Tepilora. La comunità vive un momento di festa con la consapevolezza delle capacità che possiede». Parco, Comune, Agenzia Forestas fanno squadra. Con l’apporto determinante di Pro loco, diverse associazioni, privati e partner vari. «Il turismo naturalistico è il nostro futuro» insiste la sindaca, componente dell’assemblea che coordina il Parco di Tepilora.

Ambiente al primo posto, dunque. Ma anche servizi e intrattenimento. L’offerta non manca, il paese è in fermento. C’è il laboratorio di casatinas, la mostra sul costume di Lodè, la visita a sa domo antica e a s’undacru, la visita a sa cala de sos naneddos de sa Janna de Orriavula, una mostra in biblioteca dei documenti storici del paese, una visita guidata al centro storico, un laboratorio di sartitza chin juajone, un altro di gathas, la mostra “Coloriamo le nostre tradizioni” di Franco Rino Nanu. C’è persino la vestizione delle affascinanti quanto singolari mascaras netas, le misteriose maschere del carnevale tradizionale. Seatas, formaggio, ricotta. Ma anche folclore, canto a tenore: “Su Riscattu” de Lodè e “Romanzesu” di Bitti. Il gruppo “Sos Oriundos”. Musica e balli con “Su sonete lodinu”: Dalila Deiana e Mirko Carta. Spazio anche al Qi Gong, alle onde elettromagnetiche gravitazionali spiegate dall’Associazione astronomica nuorese, sognando l’Einstein telescope a sos Enattos di Lula. Infine “Trekking someggiato e addestramento etologico”, con gli asinelli che fanno divertire grandi e piccini. Finanziata dalla Regione e dalla Fondazione di Sardegna, la rassegna Foreste aperte nel Parco di Tepilora (che ha aperto a Torpè il 7 aprile scorso), proseguirà ora il 25 aprile a Posada e il 28 a Bitti.

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