Nuoro: il Premio Santu Sidore va a Salvatore Salis, il primario dell’Hospice allo Zonchello
Cerimonia solenne a Seuna nell’antico santuario delle Grazie con il priore e il comitato organizzatore in prima fila
Nuoro Premio Santu Sidore 2024 a Salvatore Salis, primario dell’Hospice. Così ha deciso il Comitato dei volontari che ogni anno organizza la festa ritrovata nell’antica chiesetta di Nostra Signora delle Grazie. Particolarmente gremita, ieri pomeriggio, per la solennità che stavolta è coincisa con la Pentecoste. L’omaggio al protettore dei lavoratori della terra, Sant’Isidoro, appunto, è sempre motivo di orgoglio a Seuna, lo storico rione degli agricoltori, de sos massajos, che dalla fine del XVII secolo ospita questo santuario, tanto piccolo quanto suggestivo, incastonato tra le case e le viuzze del centro.
A celebrare il rito religioso, il parroco padre Pinuccio Demarcus. A consegnare il riconoscimento, invece, è stato Salvatore Nieddu, priore del comitato Santu Sidore. Introdotto da Gianfranco Frau, uno dei componenti del gruppo organizzatore, che ha parlato dell’Hospice, vanto di Nuoro, all’ospedale Zonchello, orgoglio della sanità in Sardegna. È al suo creatore nonché direttore, che va il riconoscimento speciale “Santu Sidore 2024”: Salvatore Salis, pioniere delle cure palliative nell’isola, medico anestesista e rianimatore, seunese anche lui. «È un’emozione tornare qui dopo 45 anni, abitavo qui vicino, a pochi metri da questo santuario, in via Gramsci – ha ricordato dall’altare –. Qui ho avuto i primi insegnamenti di mio padre medico, scomparso troppo giovane. Ora capisco appieno le sue parole sulla benevolenza». «È un onore per me – ha aggiunto – ricevere questo premio».
Non un premio accademico, non un premio aziendale, ma un premio che arriva dal cuore della gente, dalla comunità, dai pazienti e dalle loro famiglie. Un riconoscimento che va a colui che ha messo in piedi una vera e propria eccellenza della sanità, un riferimento sicuro, sia dal punto di vista scientifico sia dal punto di vista umano. Salis ha perciò ringraziato tutti, il priore e il comitato che lo hanno insignito del premio, come pure tutti i suoi collaboratori dell’Hospice, dai medici agli infermieri, dagli oss ai lavavetri, agli operai, «tutti, proprio tutti – ha rimarcato – perché ognuno di noi è parte integrante di una grande realtà». Per lui una targa ricordo e una pergamena con una poesia in sardo scritta appositamente da Gianfranco Cadeddu per ringraziarlo “in rima” a nome dell’intero comitato.
Particolarmente emozionato anche il priore, Salvatore Nieddu, superindaffarato nel portare a termini la sua missione ex voto. Anche lui ha ringraziato tutti, per l’impegno e la riuscita di una festa sentita e popolare come è quella di Santu Sidore, tornata in auge tredici anni fa, dopo mezzo secolo di silenzio. Una festa ritrovata, chiusa ieri sera con la processione solenne nelle strade del quartiere, con la statua del Santo portata a braccia e i costumi nuoresi in bella mostra.