I caseggiati scolastici di Orosei in balia dei vandali
Tre raid in una sola settimana nell’Istituto comprensivo “Muggianu”. Gli insegnanti scrivono una lettera aperta: «La comunità reagisca per il bene di tutti»
Orosei Tre raid vandalici nel giro di una settimana. Un fine anno scolastico davvero amaro, con danni evidenti, non solo materiali, ai caseggiati presi di mira ma anche al resto del paese. Un’escalation di microcriminalità che preoccupa e che non può passare sotto silenzio. Da qui la decisione dei docenti dell’Istituto comprensivo “Giovanni Antonio Muggianu” di chiamare a raccolta l’intero paese. «Vorremmo raggiungere insieme a tutta la comunità oroseina gli edifici della scuola, che sono stati teatro dei fatti citati, per ribadirne pubblicamente la centralità, come luogo e simbolo di crescita e partecipazione civile» scrivono gli insegnanti in una lettera aperta. L’invito a manifestare contro il degrado è fissato per domani sera, quando nella centralissima piazza delle Anime gli studenti terranno un concerto «per ricordare la maestra Gianfranca Loddo, che ci ha lasciato recentemente».
Un appuntamento che voleva essere un omaggio all’insegnante che tanto ha dato al mondo della scuola e dei giovani, un appuntamento che ora diventa anche un grido di dolore della comunità contro i vandali che in questi ultimissimi giorni hanno preso di mira proprio l’edificio scolastico. «Nell’ultima settimana, per tre volte, gli spazi delle scuole di Orosei – gli ambienti della scuola primaria e della secondaria – sono stati ripetutamente violati e sfigurati da ignoti. Alla vigilia degli esami di Stato, le attrezzature della scuola, i lavori degli studenti, gli strumenti musicali sono stati danneggiati, le aule e gli spazi comuni sono stati deturpati» spiega il corpo docente dell’Istituto comprensivo diretto da Silvia Meloni.
«Noi docenti – si legge ancora nella lettera aperta – condanniamo senza esitazione alcuna questi gesti, che riteniamo essere espressione di un malessere più profondo, meritevole di cura e di attenzione da parte nostra, degli educatori, delle famiglie e di tutte le istituzioni su cui si regge questa comunità. Noi docenti assumiamo l’impegno alla progettazione di passi futuri tesi ad evitare che eventi come questi possano ripetersi». «La scuola, in quanto comunità educante – vanno avanti i firmatari della missiva –, non può che ripudiare ogni stile di relazione e comportamento basato sulla prevaricazione, sull’arroganza e sulla violenza. La scuola è luogo protetto, deputato alla tutela dei più fragili tra bambini e ragazzi, che può svolgere meglio la sua funzione se sostenuta dal mondo che la circonda» chiude la lettera-appello.