La Nuova Sardegna

Nuoro

Il processo

Omicidio di Lula, dal giudice il giovane reo confesso

Omicidio di Lula, dal giudice il giovane reo confesso

Per il delitto di Nico Piras questa mattina prima udienza preliminare per il nipote Antonello. Aveva confessato il delitto

18 giugno 2024
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Nuoro Nella caserma dei carabinieri di Bitti, dove si era presentato spontaneamente il 9 ottobre dell’anno scorso, insieme ai suoi avvocati Giovanni Colli e Francesco Mossa, dopo aver trascorso quattro giorni di latitanza nel tentativo di sfuggire alla legge e ai suoi pensieri, aveva ammesso tutto. E qualche giorno dopo, anche davanti al sostituto procuratore Ireno Satta e al gip Giovanni Angelicchio, Antonello Piras, 22 anni di Lula, aveva raccontato che lo zio, Nico Piras – che in quel periodo era a processo perché accusato di aver ucciso il fratello Angelo Maria, nonché padre di Antonello – lo aveva più volte provocato e minacciato nel corso dei festeggiamenti a Lula per Cortes apertas, vicino a un punto ristoro, e che lui allora non ci aveva visto più. E così aveva imbracciato il suo fucile e lo aveva ucciso, impaurito ed esasperato, colpendolo all’addome. E la Procura, alla fine, ha creduto quantomeno in parte al suo racconto: tant’è che non gli ha contestato l’aggravante della premeditazione.

Comparirà questa mattina, 19 giugno, davanti al gup del tribunale di Nuoro, Antonello Piras, per la prima udienza preliminare di una vicenda che ha straziato Lula e che affonda le sue radici su un altro omicidio: quello di Angelo Maria Piras, padre dell’attuale imputato, e fratello di Nico, l’uomo ucciso nel corso delle Cortes a Lula. Ed è proprio in quest’altra tragedia che, secondo quanto ha raccontato il giovane Antonello Piras, nascevano i dolori e l’odio che ormai avevano diviso la famiglia, un tempo unita. Il giovane Piras, agli inquirenti, confessando l’omicidio della zio Nico, era stato chiaro: ho ucciso perché lui mi aveva minacciato e provocato – aveva detto – ho ucciso per paura di essere ucciso. Sarà il giudice per l’udienza preliminare Mauro Pusceddu da adesso in poi a satabilire se la sua versione dei fatti corrisponda alla realtà. Certo è che lo zio Nico era stato raggiunto all’addome da un colpo di fucile che Antonello Piras aveva esploso. Un colpo che ne aveva compromesso gli organi vitali. Tanto che nemmeno i medici che avevano operato Nico erano riusciti a strapparlo alla morte. Era morto dopo un giorno e mezzo in Rianimazione. I difensori di Antonello Piras, Giovanni Colli e Francesco Mossa, hanno chiesto che il giovane venga giudicato con il rito abbreviato, ovvero allo stato degli atti. Il gup valuterà oggi come procedere. Nel processo, come parti civili oggi si costituiranno ufficialmente i familiari di Nico Piras: sono assistiti dagli avvocati Francesco Lai e Chiara Madia.

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