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Il personaggio

I 96 anni Bernardo Zizi: il poeta che cantò per 44 notti consecutive

di Luca Urgu
I 96 anni Bernardo Zizi: il poeta che cantò per 44 notti consecutive

Lui: «Non ho finito di improvvisare»

26 giugno 2024
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Macomer Norantasese sunt sas primaveras. Ieri il decano dei poeti improvvisatori sardi ha compiuto 96 anni. Bernardo Zizi, nato a Onifai il 26 giugno del 1928, ha festeggiato l’importante anniversario a Cagliari dove vivono i tre figli. Una anniversario in famiglia con l’inseparabile moglie Francesca Filomena Contini di Ottana, che ha sposato nel 1962 e i tre figli: Antonello, Daniela e Paolo. Di ottimo umore circondato dall’affetto di figli e nipoti anche ieri a pranzo non ha smesso di recitare ottave improvvisate sui suoi anni, ricordando che ne mancano solo 4 a 100. Tziu Bernardo ha sottolineato il fatto che oggi la vita media delle persone è aumentata e per questo di strada davanti ne ha ancora tanta e lui conta di arrivare almeno a 120 anni.

Anche ora che non canta più sui palchi, continua a sperare che la poesia orale di improvvisazione possa sopravvivere a lungo. Un augurio condiviso dagli appassionati cultori di questo genere originale che ha regalato pagine di profondo lirismo nelle controversie poetiche che hanno animato i paesi dell’Isola, quando in occasione delle feste era impossibile che mancasse il momento riservato alla gara poetica. Momento di socialità e di circolazione delle notizie straordinario attraverso la voce e la vena poetica dei vati che durante la gara si confrontavano – così come succede anche ora – su temi classici (guerra, pace, amore, odio), ma anche su attualità e cronaca alternando in base al momento argomenti seri e profondi ad altri più leggeri e ironici. Una tradizione che ancora resiste ma in misura minore a quando l’allora giovane Zizi era un assoluto protagonista delle gare, molto spesso insieme a due inseparabili amici e avversari: Mario Masala di Silanus e Antonio Pazzola di Sennori.

Zizi, figlio di pastore, frequenta negli anni della seconda guerra mondiale il ginnasio a Nuoro, non canta più sul palco da dodici anni, ma ha ugualmente partecipato anche di recente a momenti pubblici dove ha sempre sottolineato l’importanza del sardo, di quella lingua troppe volte tagliata dove risiede la nostra storia, il dna e la ricchezza della poesia che sgorga così fresca e feconda con la variante lugudorese, quella appunto dei poeti. Il suo esordio ufficiale nei palchi è datato il 14 agosto 1952 a Dorgali in compagnia dei poeti Vincenzo Simula e Antonio Crobu; attività che ha proseguito per oltre sessant’anni esprimendosi con il suo personalissimo stile in tutti gli angoli del pianeta. Dall’Australia, all’Argentina e ovunque in Europa dove i presidi dei circoli sardi facevano di tutto per ospitare la contesa in rime. E lui era uno dei protagonisti indiscussi. Tanto che durante una stagione – ameta degli anni Sessanta – stabilì un piccolo grande record raccontò in un’intervista nella sua casa di Macomer. «Ho cantato per 44 notti consecutive da agosto a settembre. Allora si usava cantare anche per due notti di seguito», ricorda Zizi. Ha lavorato per tanti anni come fattorino nei pullman della Sita, l’azienda dei trasporti isolana e per raggiungere a fine turno le località dove si doveva esibire aveva studiato un escamotage che si rivelò prezioso per accorciare i tempi di percorrenza. Allora aveva anche due moto, una Lambretta e una Ducati, che teneva in due nodi strategici in modo da consentirgli di arrivare in tempo agli appuntamenti con le gare. Nel 1958 comprò poi la prima macchina, una Topolino. E fu una svolta. Che si concluse con un fuoristrada giapponese a sette posti che garantiva un posto a bordo anche per i tenores che accompagnavano i poeti durante la disputa in versi.

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