La Nuova Sardegna

Nuoro

La polemica

A Nuoro è l’Europeade della discordia

di Alessandro Mele

	Il Coro di Nuoro alla recente Europeade in Germania
Il Coro di Nuoro alla recente Europeade in Germania

I dirigenti scolastici dopo la proposta del prefetto sulla kermesse. Maria Serusi: «Evidentemente non hanno mai messo piede a scuola»

26 giugno 2024
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Nuoro I dirigenti scolastici a gamba tesa su prefettura e Comune. Sull’Europeade adesso è muro contro muro. A poche ore dalla nuova proposta organizzativa sulla kermesse internazionale, presentata dal prefetto Giancarlo Dionisi, arriva la dura risposta della sezione provinciale dell’associazione nazionale presidi: «Evidentemente queste persone non hanno mai messo piede in un istituto scolastico – recita la nota firmata dalla presidente dei presidi, Maria Josepha Serusi – ; e sono stati invitati a farlo, se pensano che l’attuazione di 4 giorni di eventi folcloristici, con tutto il rispetto, possa legittimare l’invasione di ambienti che non sono più quelli di una volta e che nell’Europeade 2003 avevano già subito danneggiamenti». L’associazione incalza poi sul ruolo del Comune: «È il grande assente di questa polemica – scrive la presidente territoriale Anp nella nota –. Abbiano il coraggio di dire pubblicamente qual’è lo stato dell’arte, cosa si è fatto concretamente fino ad ora per realizzare davvero questa iniziativa e se ci sono le condizioni perché diventi realtà. La smettano di chiamare in causa chi, in questa commedia dell’assurdo, non ha alcun ruolo e ci dicano se la città è realmente in grado di ospitare l’Europeade al di là della disponibilità delle nostre scuole». I dirigenti scolastici non hanno evidentemente digerito l’invito fatto ieri dal prefetto Dionisi, di aprire le scuole alla condivisione, dando così ai giovani la possibilità di vivere un vero e proprio scambio culturale. «È ingiusto addossare ai presidi e alle scuole, la colpa di non voler collaborare – scrive ancora Serusi –. Anche i Consigli di istituto hanno sempre fornito supporto a realtà terze ed istituzioni, nella realizzazione di attività extra curricolari. Forse si sono dimenticati anche della continuità didattica garantita dalle scuole nei tempi difficilissimi della pandemia Covid. Anche in quell’occasione, le istituzioni non sono state in grado di fornire alcun sostegno». E ancora: «Adesso si sostiene che un “no” all’utilizzo dei plessi per finalità estranee a quelle dell’istruzione, rappresenti un diniego a un’opportunità di crescita per i ragazzi. Ma – sostiene la presidente Anp – se questa manifestazione dovesse malauguratamente fallire, non sarà certo a causa dei consigli d’istituto che difendono l’integrità degli istituti per il bene e nell’interesse dei nostri studenti». E conclude: «Se dispiace che non ci sia stato il giusto riconoscimento per il lavoro svolto nella pandemia del passato recente, ancor di più duole costatare che oggi venga sminuito il lavoro fatto con i giovani. Dall’ultima Europeade del 2003, le scuole sono totalmente cambiate. Oggi sono ricche di strumenti digitali che dovrebbero essere spostate e che, se danneggiate, riporterebbero danni incalcolabili». «Per non parlare di aule immersive, laboratori e segreterie che contengono documenti coperti da privacy. Aree protette da porte facilmente scardinabili, perché non blindate. Gli studenti, rischiano di non trovare le scuole come le hanno appena lasciate». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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