Gavoi, partorisce in casa per scelta: «Il mio sogno»
Così hanno voluto Francisco Manescau e Sofia Bellone per la piccola Cloe. In paese non accadeva dal 1988
Gavoi Una scelta precisa. Maturata nel tempo e perfezionata una volta che l’evento si avvicinava. Acquisendo sempre più informazioni possibili, senza mai relegare ai margini la sicurezza della madre e del nascituro. A Gavoi si torna all’antico con il parto in casa, non per necessità come accadeva in passato e come facevano tutti, ma per scelta. Non accadeva dal 1988 che un bambino nascesse in paese tra le mura domestiche, ora l’evento si è ripetuto a distanza di 36 anni con l’arrivo lo scorso 4 luglio (alle 8 e 57) della piccola Cloe, figlia di Francisco Manescau e Sofia Bellone.
La coppia di argentini arrivati alle rive del lago di Gusana due anni fa, primo gruppo di una comunità di connazionali cresciuta nei mesi scorsi e perfettamente integrata con le dinamiche locali. La famiglia del neo papà è di origini gavoese (il bisnonno era partito dalla Barbagia per il Sudamerica ai primi del Novecento) e il ritorno da queste parti non è stato affatto casuale.
«La settimana scorsa è nata la nostra bambina ufficialmente gavoese doc a questo punto», dicono i genitori felici per il lieto evento che ha portato qua anche un gruppo di parenti da Mar de la Plata. «Il mio sogno è sempre stato per poter partorire a casa nella piscina con acqua tiepida. L’anno scorso ho iniziato a informarmi dove potessi farlo qui in Sardegna. Ho conosciuto Silvia Collu di Cagliari e Viola Usai di Oristano, due bravissime ostetriche, con un cuore grande e altrettanta sensibilità. Sono state in questo particolare percorso sempre disponibili a qualsiasi ora per ascoltarci e rispondere ai nostri dubbi», racconta Sofia che confessa di non aver mai avuto alcun timore, piuttosto le paure erano più dei nonni e dei familiari più che sue e di Francisco.
«Due anni fa quando sono stata in Argentina, mio nonno mi raccontava che sua nonna Sofia (mia trisavola) era levadora (ostetrica) e aiutava a partorire le donne in campagna in mezzo alla Pampa sconfinata. Ho parlato di questo mio desiderio con tante amiche e mi hanno incoraggiata e consigliata. Per noi è stata l’esperienza più bella e meravigliosa che potessimo vivere. Con i nostri tempi senza fretta, nel nostro nido con le nostre cose, rispettando bebè e mamma ascoltando ogni segnale, ogni onda che arrivava», sottolinea la neo mamma che stringe al petto la creatura. Francisco Manescau è ebbro di gioia, quella del padre orgoglioso consapevole di vivere un’altra tappa importante del proprio percorso di vita. «Sono molto contento. Sofia è una mamma coraggiosa, non ha mai avuto paura e la sua tranquillità è stata per me un conforto totale per vivere insieme questo momento così forte e intenso».
Per Silvia Collu, giovane ostetrica che ha seguito con la collega il percorso di Sofia la scelta di partorire in casa è una scelta consapevole e informata della donna e della coppia. «È importante fare un percorso con ostetriche formate, che inizi dalla gravidanza e possa proseguire anche nel dopo nascita. È un percorso di fiducia da entrambe le parti, si lavora per una nascita rispettata e il più naturale possibile», ha detto.
La notizia del nuovo cittadino sardo argentino si è rapidamente diffusa a Gavoi, accolta con piacere da tutti. «Due anni fa è nato in paese un bambino cinese, ora la bimba degli amici argentini. Due nazioni così lontane, ma ormai dentro la nostra comunità. È una bella notizia che ci restituisce speranza per il futuro per ripopolare i nostri centri con nuove energie. La scelta di nascere in casa ci riporta alle nostre tradizioni, l’importante è che tutto avvenga con le necessarie sicurezze, vicino a centri attrezzati che non devono mai mancare. Anzi devono essere rafforzati», ha commentato il sindaco Salvatore Lai.