Giovanni Pirisi: «L'Europeade a Nuoro è stata una vittoria di squadra»
Il commissario del Comune dopo la kermesse internazionale. «La città ha superato la sfida, ma c’è da migliorare su strutture e servizi»
Nuoro Archiviata l’Europeade, Giovanni Pirisi mantiene con La Nuova Sardegna quella che lui stesso, con sarcasmo, definisce «la promessa scaramantica» fatta al giornale all’inizio del suo mandato da commissario del Comune di Nuoro. Così il super dirigente che, come ha più volte dichiarato, non ama lavorare sotto i riflettori, traccia il percorso di questi primi mesi trascorsi in municipio tra atti amministrativi e il successo della 59esima edizione della kermesse internazionale del folclore.
Cosa ha trovato sulla sua scrivania appena ha messo piede in municipio?
«Come tecnico ho semplicemente trovato quello che mi aspettavo relativamente alla vita del Comune. È normale che mesi di tensioni interne al consiglio comunale abbiano determinato la mancanza di diversi adempimenti fondamentali per l’ente, come ad esempio l’approvazione del bilancio di previsione. C’erano tante situazioni da definire, penso a quella della discarica o alla nomina del collegio dei revisori».
Poi il successo dell’Europeade raggiunto non senza difficoltà. Quali sono state le principali?
«Anche se fortunatamente una parte della gestione amministrativa era stata già avviata dal settore Cultura e turismo, quando sono arrivato c’erano degli scenari non definiti come quello della logistica. C’è stata una vera e propria battaglia sull’utilizzo delle strutture scolastiche. Di molte di queste non abbiamo poi potuto beneficiare. Questo ci ha costretto a trovare soluzioni alternative. Penso alla tensostruttura della Solitudine o agli accordi che abbiamo fatto con i privati a Pratosardo. Ma anche alla disponibilità dei sindaci del territorio ai quali devo dire grazie».
Una disponibilità che ha unito il Nuorese nel nome dell’Europeade?
«La discesa in campo di Comuni come Oliena, Mamoiada o Ottana, è un segnale di unione del territorio che va saputo cogliere per il futuro. Stiamo diventando sempre meno, siamo una terra ad alta desertificazione demografica. Partendo dai temi meno impegnativi come quello dell’Europeade, l’unica soluzione che ci resta è quella di unirci, per il bene di tutti, anche per vertenze importanti. Penso a quelle su sanità, trasporti e scuola. Se il territorio non si aggrega per trovare una comunanza di intenti, credo che difficilmente queste problematiche verranno definitivamente risolte come speriamo».
Ha invece visto questa unità di intenti in città?
«Nuoro ha dato una risposta eccellente per l’Europeade. Ma il valore dell’ospitalità che è quello che ci contraddistingue, andrebbe accompagnato da una adeguata infrastrutturazione della città e dai servizi. Nuoro ha bisogno di potenziare soprattutto questo aspetto».
Secondo lei come?
«Potrebbe essere utile una assunzione di responsabilità da parte degli operatori delle attività di somministrazione sul tema dell’apertura dei locali. Un impegno da prendere per i fine settimana estivi e per le feste a cavallo tra luglio e agosto. Una assunzione di responsabilità che farebbe bene alla città e che la arricchirebbe di servizi».
E le associazioni?
«Un punto di forza. Svolgono un grande lavoro e sono un biglietto da visita. Molti ospiti dell’Europeade torneranno a Nuoro grazie a loro».
Cosa succederà adesso, subito dopo l’Europeade?
«Tra oggi e domani approverò il rendiconto del 2023. Andava approvato, come prevede la legge, entro aprile. Poi ho tra gli obiettivi anche quello del bilancio 2024. Vorrei approvarlo entro l’anno. Vediamo se ci riusciremo, ma stiamo facendo il massimo anche qui».