Fucilate alle auto degli operai della diga di Cumbidanovu: «Atto vile contro tutta la comunità»
Parole di condanna per il grave episodio di Orgosolo da parte dell’assessore regionale Antonio Piu e della segretaria Fillea Cgil Erika Collu
Sassari «Esprimo la mia solidarietà agli operai impegnati nel cantiere di Cumbidanovu che sono stati oggetto di un grave atto intimidatorio». Con queste parole l'assessore regionale ai Trasporti, Antonio Piu, commenta il grave atto intimidatorio nei confronti degli operai assunti dalla ditta aggiudicataria dell’appalto, la Icm di Vicenza, per il completamento della diga di Cumbidanovu, a Orgosolo.
L’avvio del cantiere risale a 37 anni fa; il 6 novembre scorso c’era stata la consegna ufficiale alla ditta. « A pochi giorni dalla consegna dei lavori, di quest’opera infrastrutturale così importante per la Sardegna, è stato compiuto un atto vile e contro l’intera collettività, contro tutti i sardi – aggiunge l’assessore Piu -. In attesa che si faccia chiarezza su questo episodio, che avrebbe potuto avere risvolti ben più gravi, condanno con forza questo atto intimidatorio ed esprimo la mia totale vicinanza agli operai della ditta».
Ferma condanna anche da parte della Cgil. «Condanniamo fermamente il vile atto intimidatorio - così la segretaria regionale della Fillea Cgil Erika Collu – che solo per miracolo non ha avuto conseguenze per l’incolumità delle persone». La Fillea Cgil auspica che vengano al più presto individuati i responsabili e chiede la convocazione di un tavolo urgente in Prefettura con l’obiettivo di individuare le azioni necessarie a garantire la sicurezza di chi lavora, dell’azienda e di tutta la popolazione.
Il sindacato «esprime solidarietà all’azienda - che già lo scorso agosto era stata vittima di un altro episodio criminoso con l’incendio di un escavatore - e vicinanza e supporto ai lavoratori che svolgono la loro attività in un’opera indispensabile ferma da trent’anni che solo da pochi giorni fa era ripartita con l’aggiudicazione dell’appalto alla ditta sotto attacco». «Nel mirino c’è, non solo l’incolumità dei lavoratori e l’attività dell’azienda - ha aggiunto la segretaria - ma la serenità di un’intera comunità che non può certo vivere sotto il ricatto di pochi criminali da isolare con fermezza affinché non possano più recare danno alla collettività».