Stazzi e cussogghj, numeri da record
Oltre ventimila persone alla tappa cittadina della rassegna itinerante. Ricreata in centro storico la vita contadina
TEMPIO. La terza edizione di Stazzi e Cussoghj, la manifestazione itinerante della Gallura che, sabato e domenica scorsi, ha fatto tappa in città, è stata, a giudizio unanime degli organizzatori e del pubblico degli aficionados, una delle più belle edizioni non solo fra quelle celebrate in città, ma anche in tutti gli altri centri della Gallura.
Il primo a riconoscerlo è stato l’aggese Giacomo Sanna, segretario dell’omonima associazione, creata da Gianfranco Serra, anche lui di Aggius che a Stazzi e Cussogghj, assieme a Franco Madau e ad altri collaboratori, si sta dedicando anima e corpo. Una affermazione che gli organizzatori tempiesi, l’assessore Nicola Luciano, il corpo forestale, la Pro loco, i fidali del 65 e del 69, l’associazione Carrulanti e Contadini, l’associazione Gallura Viaggio Avventura, i cori, le band e i volontari, hanno incassato ovviamente con grande piacere.
Del resto anche i dati numerici che la manifestazione ha offerto, sia per quanto concernerne i partecipanti attivi - oltre 200 persone figuranti e volontari - sia per quanto concerne le presenze di visitatori - valutate, già sabato notte, in oltre ventimila unità - sono imponenti.
Sotto l’attenta regia di Paola Mori, direttore artistico dell’intera manifestazione, è stato creato a pochi passi da Piazza Gallura il “Borgo Antico”. Al suo interno oltre cento persone, fra attori e comparse, guidate, da Alessandro Achenza e Fausto Pischedda, hanno interpretato il tema della manifestazione, rappresentando la “Civiltà Contadina” e mostrando praticamente, persino con attrezzature vecchie di secoli, gli “Antichi mestieri”. Un set naturale all’interno del quale c’era, ad esempio, il ciabattino, l’arrotino, il fabbro ferraio, il “quadrettaio”, il contadino, lo scalpellino, il venditore ambulante, un giornalaio. Ed ancora, il pastore che tosa le pecore, il maniscalco, lo scalpellino, il pescivendolo, il parroco, i carabinieri, le nobildonne e persino nullafacenti alla ricerca di un bicchiere di vino e vecchie “megere” pettegole. Il tutto arricchito anche dalla presenza di pecore, cavalli, pony e caprette per la gioia dei bambini. Un set incantevole, dove a recitare non sono stati soltanto le comparse ma anche il pubblico ed i turisti.
Ovviamente il “Borgo antico” non era l’unica attrattiva. Ad arricchire la manifestazione infatti, hanno contribuito una bella mostra sull’ambiente dell’Ente foreste, una straordinaria mostra fotografica dell’associazione “La Sardegna Vista da vicino” (che meriterebbe di diventare permanente per il suo valore) ed un’altra interessante mostra di fucili e coltelli. In diverse parti della città hanno funzionato inoltre a pieno ritmo due “Gredduli”, antiche bettole, dove si potevano gustare piatti tradizionali e vino locale in compagnia dei cori. Aperti il Museo Stazza ed il Museo del Presepio. Da segnalare infine la consegna di un riconoscimento da Stazzi e Cussogghj a Benito Urgu, “artista che più di altri ha interpretato e fatto conoscere nel mondo i valori contadini della Sardegna”.
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