Sindaci e assessori incatenati per protesta
Tempio, il gesto di otto amministratori all’ingresso del Paolo Dettori contro l’ipotesi dei tagli regionali
TEMPIO. Un benvenuto in catene. Ieri mattina alcuni amministratori dell’Alta Gallura hanno accolto l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Arru, con le catene ai polsi all’ingresso dell’ospedale Paolo Dettori. A inscenare la clamorosa protesta due sindaci dell’Alta Gallura: Giomartino Loddo di Calangianus e Marisa Careddu di Luras, l’ assessore tempiese Nicola Luciano e cinque consiglieri comunali (Peppino Manconi, Salvatore Sassu, Tonina Manca, Marcello Doneddu e Vanni Bionda), componenti bipartisan della Commissione comunale alla sanità.
All’assessore, che non ha esitato a fermarsi di fronte agli amministratori incatenati, il sindaco Loddo ha spiegato il senso della protesta. «Questa catena – ha detto il primo cittadino di Calangianus – vuole rappresentare simbolicamente la sanità gallurese. I lucchetti attaccati rappresentano invece i servizi che abbiamo e non funzionano, i servizi promessi per il «Paolo Dettori» e mai realizzati. A lei assessore consegniamo le chiavi di questi lucchetti perché si impegni ad aprirli, e a rendere operativi e funzionanti tutti i servizi sanitari». Una protesta altamente simbolica per far giungere alla Regione, con un gesto anche eclatante, la preoccupazione e la paura del territorio, dei suoi amministratori e delle comunità per un riordino della Rete sanitaria che lo stesso sindaco Romeo Frediani, qualche giorno fa – paventando la chiusura dell’ospedale tempiese in favore di Ozieri – aveva definito « asteroide vagante, principio di un’era glaciale per l’alta Gallura». Eppure la protesta degli otto amministratori non è piaciuta al primo cittadino tempiese che giunto sul posto, senza sapere nulla dell’iniziativa, prima stupefatto poi indignato, ha apostrofato definito il gesto «una buffonata indegna». Di fronte ai primi cittadini, preoccupati per una possibile chiusura del Dettori l’assessore Arru ha rassicurato. «Non c'è alcun atto ufficiale in cui si parla di chiusura di nessun ospedale – ha detto –. Sono qui per garantire il diritto alla salute dei cittadini, consapevoli però che oltre all'assistenza degli acuti si debba garantire una rete assistenziale diffusa sul territorio. Niente sarà deciso dalla giunta e dalla commissione regionale alla Sanità senza una consultazione con il territorio». Il sindaco Frediani, che è anche presidente del distretto di Tempio, ha quindi usato toni categorici. «I presidi devono restare e devono restare i servizi per garantire il diritto alla salute ai cittadini. Dobbiamo fare in modo di salvaguardare quanto sancito dalla costituzione. Non vorrei che si innescassero delle dinamiche che prevedano la soppressione dei posti letto nella sanità pubblica o di altri servizi in favore del San Raffaele».(a.m.)