Blitz con 8 arresti: la droga era destinata alla Olbia-bene
L’inchiesta si allarga. Primi interrogatori degli arrestati. Gli investigatori corrono contro il tempo per evitare l’inquinamento delle prove
OLBIA. Si allarga l’inchiesta sul maxi traffico di droga in città che mercoledì ha portato all’arresto di otto persone. Oggi, venerdì 30, i primi interrogatori delle persone finite in carcere (l’imprenditore Cristian Ambrosio, Marco Manzo e Giada Carta), lunedì invece sarà la volta di quelle agli arresti domiciliari (Anna Saba, Mauro Carboni, Lino Cau, Alessandro Arcangeli e l’egiziano Mohamed Ali Hassan).
Gli avvocati difensori (Marzio e Mario Altana, Giampaolo Murrighile, Antonello Desini) stanno studiando le 22 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare da cui emerge con chiarezza che l’operazione “Casa mia”della Procura di Tempio è destinata a coinvolgere altre persone già nelle prossime ore. La città trema, è proprio il caso di dire, anche perché la banda riforniva la droga soprattutto alla Olbia bene.
[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:olbia:cronaca:1.12353987:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/olbia/cronaca/2015/10/29/news/market-della-droga-arrestate-8-persone-1.12353987]]
Gli investigatori corrono contro il tempo e, soprattutto, contro il pericolo di inquinamento delle prove. Proprio questo (insieme al pericolo di reiterazione del reato) sarebbe il motivo che ha convinto il sostituto procuratore Angelo Beccu a spiccare le ordinanze di custodia cautelare in carcere.
Gli agenti del commissariato di Olbia, al comando del dirigente Fernando Spinicci, sono già sulle tracce di un nono uomo della banda, al momento latitante, mentre con la Procura di Perugia si collabora per definire megliom il ruolo di Ali Hassan, l’egiziano arrestato proprio a Perugia. Ci sono poi le intercettazioni telefoniche e le testimonianze rese da numerosi acquirenti della droga.
Intanto le carte della Procura definiscono ruoli e protagonisti della banda. La figura di rilievo è Cristian Ambrosio, imprenditore della ristorazione, proprietario della “Casa mia” della droga. Sarebbe stato lui a tenere i fili dell’organizzazione. Al suo fianco, con ruoli di fiducia, Marco Manzo e Giada Carta, indicata come persona molto attiva nello spaccio, soprattutto in “duetto” con un altro degli indagati. (m.b.)