Meloni al centrosinistra: subito le elezioni primarie
Troppi aspiranti in lizza, il consigliere regionale del Pd rompe gli indugi: «Niente imposizioni, devono essere gli olbiesi a scegliere il loro candidato»
OLBIA. «Subito le primarie di coalizione o il centrosinistra a Olbia rischierà seriamente di subire candidature decise lontano dalla città o addirittura di perdere le elezioni». Rompe gli indugi Giuseppe Meloni, consigliere regionale del Pd e sindaco di Loiri Porto San Paolo, uno degli uomini che contano nel partito in Gallura. Nel Pd diviso e avvelenato Meloni appartiene alla corrente di pensiero Degortes-Careddu, ma è autorevole quanto basta dall’alto dei suoi 4.800 voti conquistati (in buona parte anche a Olbia) nelle ultime elezioni regionali. Quello che dice ha un peso, per i cittadini e anche per i dirigenti nella stanza dei bottoni.
Si parte da un presupposto: il centrosinistra (soprattutto il Pd) allo stato dell’arte è profondamente diviso e solo a parlare di candidature spuntano fuori sei o sette aspiranti sindaci, dirigenti di partito o professionisti provenienti dalla società civile. Tutti determinati a non fare il minimo passo indietro. Ogni ipotesi di accordo è lontana, impossibile. Qualche nome? Ivana Russu, Carlo Careddu, Gianni Ricciu e Rino Piccinnu, solo per restare in casa Pd. A questi si aggiunge il nome, insistente, di Jacopo Merlini, giovane avvocato, niente tessera di partito ma pur sempre nell’orbita del centrosinistra. C’è poi il nome di Vanni Sanna, che col centrosinistra divide poco o nulla, però proviene anche lui dall’esperienza dell’eterogenea maggioranza guidata dal sindaco Giovannelli, dove addirittura ricopre l’incarico di presidente del consiglio comunale. Le primarie sono aperte anche a lui.
«Sono tutti nomi autorevoli, di alto spessore – dice Giuseppe Meloni – su di loro non ci sarà mai un accordo perciò la soluzione non può che essere quella dell’investitura democratica attraverso le elezioni primarie di coalizione. Questo è l’unico modo per garantire che siano Olbia e gli olbiesi a scegliere il candidato migliore, diversamente si ritornerà ai soliti “salotti ristretti” e ai “caminetti” della politica dove i vertici regionali del centrosinistra decidono chi, come e dove candidare. Cioè la cosa più lontana dai cittadini che oggi si può immaginare». «Però bisogna fare in fretta – aggiunge il consigliere regionale – il tempo stringe e penso al mese di gennaio come termine ultimo per votare. Penso anche alle regole: primarie libere e aperte ai cittadini. L’indicazione deve essere chiara e altrettanta chiara deve essere l’assunzione di responsabilità: chi si presenta alle primarie, vincente o perdente, poi dovrà anche candidarsi alle elezioni comunali e garantire il massimo impegno».
Giuseppe Meloni non ha dubbi: un bagno di democrazia realisticamente sarebbe l’unico modo per conciliare posizioni oggi distanti. L’ultima spiaggia, almeno per quanto riguarda il Pd, per riunificare le diverse anime o correnti di pensiero inconciliabili. L’alternativa è la balcanizzazione del centrosinistra, con liste civiche destinate a soccombere di fronte al centrodestra oppure al Movimento 5 Stelle. «Contrariamente a quanto sta avvenendo a Cagliari con Massimo Zedda – aggiunge Meloni – Olbia non ha un sindaco uscente ricandidabile su cui la coalizione può convergere, perciò si corre davvero il rischio di non raggiungere un accordo se non puntando sulle primarie. Una scelta che, peraltro, storicamente appartiene al corredo genetico del Partito democratico. Non abbiamo scelta: questa volta i cittadini non ci perdonerebbero un candidato imposto dall’alto o una investitura feudale che non è passata per la legittimazione democratica nella città dove si vota. Decidiamo in fretta, allora, perché non c’è più tempo e altri partiti e movimenti sono già a lavoro».
@marcobittau
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