Il Liscia semivuoto: è la crisi peggiore degli ultimi anni
Dall’ultima analisi è emerso che, rispetto a una capacità massima di 104 milioni di metri cubi d’acqua, il 30 settembre il bacino del Liscia ne conteneva 30 milioni di metri cubi, ovvero il 30 per cento del suo totale
OLBIA. «Il Consorzio di Bonifica non è più in grado di garantire la fornitura dell’acqua», ha detto ieri mattina il presidente Marco Marrone, prima di dare la parola al direttore del Consorzio Giosuè Brundu per illustrare il piano di interventi presentato un anno fa, in Regione. E per capire la drammaticità della situazione è sufficiente guardare i dati diffusi dall’Autorità di bacino della Sardegna relativi a settembre: dall’ultima analisi è emerso che, rispetto a una capacità massima di 104 milioni di metri cubi d’acqua, il 30 settembre il bacino del Liscia ne conteneva 30 milioni di metri cubi, ovvero il 30 per cento del suo totale. Un dato inferiore sia rispetto a quello registrato nel settembre del 2015 quando i milioni di metri cubi d’acqua presenti nella diga erano 35,45, sia rispetto alla fine del mese di agosto del 2016 con 34,81 milioni di metri cubi. «Per dare una nuova spinta all’economia locale è necessario dotare il territorio di un sistema di infrastrutture capace di sostenere lo sviluppo del settore agricolo, turistico e commerciale», ha ribadito Marco Marrone. Il piano del Consorzio di Bonifica prevede una serie di interventi capaci di captare metri cubi d’acqua laddove sono presenti. Il concetto chiave della proposta verte sull’affermazione che «la risorsa idrica è abbondante a valle della diga del Liscia ed è lì che bisogna realizzare gli interventi di breve e medio periodo».