Signore portalettere in giro per la Gallura, ecco le loro storie
Il centro di distribuzione di Tempio è quasi tutto in rosa: missioni e racconti delle postine guidate da Daniela Sanna
TEMPIO. Nella giornata dedicata alle donne, Poste Italiane dedica un pensiero speciale alle portalettere che lavorano nel centro primario di distribuzione di Tempio e che recapitano la posta in 22 località della Gallura, 12 delle quali dipendono dal centro secondario di Badesi: 22mila famiglie servite e quasi tremila attività commerciali. Nel centro primario di Tempio (Badesi compresa), operano trenta persone, 20 delle quali sono donne. E a guidarle è sempre una donna, Daniela Sanna. «Sì, i tempi sono cambiati - dice Daniela Sanna - e il portalettere è anche donna. Nel mio caso è soprattutto donna». Le 20 postine che operano qui hanno tutte le età. Ci sono mamme con figli piccoli, altre con ragazzi già maggiorenni. «Donne con una marcia in più - continua la responsabile del centro di distribuzione di Tempio - che sanno organizzarsi e conciliare il ruolo di moglie e madre con quello di portalettere. Basti pensare che il nostro lavoro inizia alle 7,30 del mattino e ci sono colleghe che prima affrontano anche un'ora di viaggio. E devo dire che c'è molta collaborazione tra tutte le colleghe, in particolare per permettere alle mamme di essere presenti nei momenti importanti della vita dei figli, soprattutto dei più piccoli. Il rapporto con la minoranza maschile? Molto buono. C’è stima e rispetto da parte dei colleghi e poi con la presenza delle donne l'ambiente di lavoro è più allegro e gioioso».
Una delle portalettere è Caterina Muroni: lei lavora ad Aggius e in un quartiere dei Tempio. Nata a Trinità D'Agultu, ha 55 anni, è sposata, ha due figlie e abita da 30 anni ad Aggius, paese di origine del marito. «Caterina, che ha cominciato a lavorare nel 1983, ama il suo lavoro - spiegano dalle Poste -e i disagi climatici che caratterizzano le missioni di recapito vengono compensati dal rapporto con la gente, in particolare con le persone anziane che la accolgono sempre come se fosse una di famiglia».
«Quante volte raccolgo confidenze, mi vengono chiesti consigli e, in tanti, in particolare d'estate, mi fanno trovare il bicchiere e la bottiglia di acqua fresca. E’ bello sapere che ti aspettano - racconta Caterina Muroni -, anche se devo consegnare loro una bolletta da pagare. Negli anni ho visto formarsi nuove famiglie, nascere e diventare adulti dei bambini. Ci sono poi dei giorni in cui ti capitano cose straordinarie, giorni in cui ti rendi conto di essere capitata nel posto giusto al momento giusto. Qualche anno fa, mentre eseguivo il giro di recapito con la Panda di servizio, ho sentito una ragazza urlare. Mi sono voltata e ho visto che la giovane aveva lasciato cadere la bici sulla quale stava pedalando insieme ad altri due ragazzi: gridava e si copriva un occhio con la mano. Mentre uno degli amici le versava dell’acqua sull’occhio, mi sono avvicinata e mi è venuto subito un brutto sospetto: ho guardato il suo occhio e ho visto che, al suo interno, un tafano aveva depositato le uova. So che in questi casi bisogna intervenire immediatamente e, allora, ho fatto salire la ragazza a bordo della Panda e l’ho portata al pronto soccorso dove le hanno assegnato un codice rosso.Non dimenticherò mai le manifestazioni di gratitudine di quella ragazza quando è stata dimessa».