Olbia, firma tra le lacrime per l'accordo Clea
Sono 43 i lavoratori licenziati da Iervolino. Per loro comincia un futuro da precari
OLBIA. Non ci sono sorrisi nell’assemblea della Clea che precede la firma dell’accordo sui licenziamenti. Chi conserva il posto di lavoro a tempo indeterminato asciuga le lacrime di chi da oggi è un precario. Il segretario della Filctem Cgil, Marino Bussu, legge ad alta voce i nomi delle 43 persone licenziate. Cannonate sul cuore. Dietro ogni nome ci sono madri e padri di famiglia, uomini e donne con figli e genitori a carico, lavoratori che dalla certezza di un posto fisso, conquistato dopo lunghi anni di sacrifici, ritornano a essere precari. Si chiude in questo modo, tra le lacrime, la vertenza della lavanderia industriale Clea.
I numeri. Dei 139 dipendenti dell’azienda di Gianni Iervolino, 26 saranno subito assunti nella nuova società Sebon che si occuperà solo di resort. Per i 43 licenziati si aprono le porte dei contratti stagionali di sei mesi. 70 lavoratori al momento resteranno alla Clea e saranno licenziati progressivamente, non appena si esauriranno gli appalti con le strutture ospedaliere ancora in essere.
I commenti. «Mentre su Olbia c’è una minima prospettiva per il futuro – commenta Luca Velluto, segretario provinciale Femca Cisl Sassari–Olbia – su Sassari è una debacle. La Colis, la ditta che ha vinto gli appalti per gli ospedali di Alghero, Sassari e Ozieri non è intenzionata ad assorbire tutto il personale Clea in uscita. Su quest’ ultimo punto facciamo un plauso alla politica che non riesce a rendersi conto che quando si fanno le gare d’appalto, per quanto debbano essere al ribasso, non possono non tenere conto delle persone che lavorano. L’imprenditore Iervolino ha voluto rimettersi in gioco e con noi è voluto ripartire. La speranza è che questo sia solo un punto di partenza e che rispetto al passato vengano fatti degli investimenti per guardare al futuro».
Il segretario della Filctem-Cgil Bussu commenta così l’accordo sul licenziamento collettivo. «Non sono felice, ma umanamente non era possibile fare di più – dichiara –. Ringrazio tutta la struttura provinciale e regionale della Filctem-Cgil che ci è stata di supporto in tutti questi mesi. Ora speriamo che l’azienda riparta e che con il tempo possa stabilizzare le 43 persone licenziate».
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