Nizzi: «Sì all’accoglienza, no al business»
di Serena Lullia
Il sindaco contro la cooperativa che gestisce l’ex hotel Savoia e che vuole creare un centro accoglienza per 600 persone
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OLBIA. Non guiderà nessun corteo anti-migranti né caccerà i 37 richiedenti asilo ospiti dell’ex hotel Savoia. Il sindaco Settimo Nizzi è pronto a esercitare il dovere di accoglienza «da buon cristiano e da responsabile democraticamente eletto della comunità». Ma non accetterà l’utilizzo di altre strutture alberghiere come centri di accoglienza. Un messaggio molto chiaro alla cooperativa sassarese Sdp.
No nuovi arrivi. «La cooperativa è alla forsennata ricerca di altri locali da prendere in affitto in città – dice il primo cittadino – con una potenzialità di circa 600 persone. E questo dice tutto su quello che intendono fare. Ma se la coop pensa di fare business qui da noi sappia che non lo consentiremo. Il nostro controllo sarà puntuale e continuo. Nel resto d’Italia abbiamo esperienze drammatiche per gli uomini e le casse della finanza pubblica. E per noi la dignità dell’essere umano va sempre rispettata. Già in mattinata abbiamo fatto un sopralluogo come Servizi sociali insieme alla polizia locale. Abbiamo identificato le persone ospitate nell’ex hotel Savoia e verificato il trattamento riservato ai 37 migranti». Al momento i pasti del pranzo e della cena arrivano nel Centro da Sassari, sede della cooperativa. Solo la colazione viene preparata in loco. L’impegno della coop è predisporre le cucine in tempi brevi.
I numeri. 37 i migranti arrivati sabato scorso a Olbia. 18 adulti: 7 maschi e 11 femmine, 4 delle quali in cinta. 19 i minori: 9 maschi e 10 femmine. 3 hanno tra 0 e 3 anni; uno meno di un anno; 2 minori tra 6 e 10 anni; 5 tra 10 e 16; uno tra 16 e 17 anni. Il più grande ha 33 anni.
6mila extra comunitari. «Il fatto che siano così giovani lo consideriamo positivo – commenta Nizzi –. Rende molto più facile l’integrazione. Da buon cristiano e responsabile democraticamente eletto di questa comunità dico che non possiamo voltare lo sguardo altrove. Bisogna fronteggiare la situazione. In passato avevamo dato parere positivo alla prefettura per un progetto di accoglienza che riguardava due famiglie. È quasi pronto. Ci eravamo invece detti poco entusiasti di dover accogliere altri extracomunitari. Olbia ne ospita già 6mila, residenti, molti dei quali non sono ancora completamente integrati. Avremmo preferito prima sistemare quelli che già abbiamo e poi provvedere agli altri. Continua però il dialogo con la prefettura, ma sia chiaro. Tutti i comuni devono compartecipare all’accoglienza dei migranti».
No nuovi arrivi. «La cooperativa è alla forsennata ricerca di altri locali da prendere in affitto in città – dice il primo cittadino – con una potenzialità di circa 600 persone. E questo dice tutto su quello che intendono fare. Ma se la coop pensa di fare business qui da noi sappia che non lo consentiremo. Il nostro controllo sarà puntuale e continuo. Nel resto d’Italia abbiamo esperienze drammatiche per gli uomini e le casse della finanza pubblica. E per noi la dignità dell’essere umano va sempre rispettata. Già in mattinata abbiamo fatto un sopralluogo come Servizi sociali insieme alla polizia locale. Abbiamo identificato le persone ospitate nell’ex hotel Savoia e verificato il trattamento riservato ai 37 migranti». Al momento i pasti del pranzo e della cena arrivano nel Centro da Sassari, sede della cooperativa. Solo la colazione viene preparata in loco. L’impegno della coop è predisporre le cucine in tempi brevi.
I numeri. 37 i migranti arrivati sabato scorso a Olbia. 18 adulti: 7 maschi e 11 femmine, 4 delle quali in cinta. 19 i minori: 9 maschi e 10 femmine. 3 hanno tra 0 e 3 anni; uno meno di un anno; 2 minori tra 6 e 10 anni; 5 tra 10 e 16; uno tra 16 e 17 anni. Il più grande ha 33 anni.
6mila extra comunitari. «Il fatto che siano così giovani lo consideriamo positivo – commenta Nizzi –. Rende molto più facile l’integrazione. Da buon cristiano e responsabile democraticamente eletto di questa comunità dico che non possiamo voltare lo sguardo altrove. Bisogna fronteggiare la situazione. In passato avevamo dato parere positivo alla prefettura per un progetto di accoglienza che riguardava due famiglie. È quasi pronto. Ci eravamo invece detti poco entusiasti di dover accogliere altri extracomunitari. Olbia ne ospita già 6mila, residenti, molti dei quali non sono ancora completamente integrati. Avremmo preferito prima sistemare quelli che già abbiamo e poi provvedere agli altri. Continua però il dialogo con la prefettura, ma sia chiaro. Tutti i comuni devono compartecipare all’accoglienza dei migranti».