Il matriarcato nella storia di Monti
di Giuseppe Mattioli
Portata in scena dagli studenti la ricerca dell’insegnante Immacolata Roggio
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MIONTI. Smentiti clamorosamente gli scritti degli storici che, fra l'800 e i primi del '900, visitando la Sardegna relegarono Monti sotto il peso delle macerie della miseria, rozzezza e analfabetismo. Spaccato che ha penalizzato una comunità in termini estremamente negativi. In occasione delle festa della donna, l'insegnante Immacolata Roggio ha presentato una ricerca, effettuata presso l'Archivio di Stato di Sassari, sulla condizione femminile a Monti, tratta da documenti ufficiali attraverso i quali è emersa una verità diversa, portata in scena dai suoi alunni della classe 2A della scuola media, calati molto bene nel ruolo di attori. È emersa una figura femminile diametralmente opposta a quella dipinta dai viaggiatori storici. Scontato il divario fra ricchi e poveri in cui la condizione lavorativa della donna era una questione di appartenenza familiare ed economica. Per quanto Monti fosse un paese povero e molti bambini costretti a lavorare, c’era una discreta attenzione per l'istruzione, tanto che nel 1876 c’erano 11 femminucce a scuola. Grazie alla legge Coppino, che sancì l'istruzione sino alla 5 elementare, già nel 1883 erano 40 le bambine frequentanti. L'appartenenza a famiglie povere costringeva molte giovani donne a prestare servizio in quelle benestanti, in attesa di maritarsi. Una volta sposata la donna diventava fondamentale nella società agro-pastorale: si prendeva cura del marito e dei figli, andava a lavorare nei campi e si occupava del bestiame. Le responsabilità crebbero quando i loro uomini partirono per le Americhe in cerca di fortuna e, ricadde sulle loro spalle, non solo il lavoro domestico, ma anche quello dei campi. Emerge, così, una figura femminile che avrebbe dato origine al fenomeno del così detto “matriarcato sardo”: donne-madri di forte tempra e potere decisionale. Coraggiose, infine, quelle che seguirono i loro mariti nel nuovo mondo.
«Insomma la povertà e la miseria facevano sfoderare nella donna del tempo, più coraggio e determinazione, rispetto a quella di oggi - afferma la professoressa Roggio - tali da ricordarle come grandi donne».
«Insomma la povertà e la miseria facevano sfoderare nella donna del tempo, più coraggio e determinazione, rispetto a quella di oggi - afferma la professoressa Roggio - tali da ricordarle come grandi donne».