Vigili del fuoco in trincea l’organico è insufficiente
La Cgil Funzione pubblica annuncia clamorose manifestazioni di protesta Luisella Maccioni: da Roma solo promesse, pochi erano e pochi sono rimasti
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OLBIA. Terra di fuochi e alluvioni. E una città che si riscopre ogni anno sempre più grande. Il numero dei vigili del fuoco dovrebbe quindi aumentare, invece no: la caserma di zona Basa continua a essere sottodimensionata. A denunciarlo è la Cgil Funzione pubblica, che si dichiara pronta a scendere in piazza. «Ci sono state solo promesse e nulla è mai cambiato: i vigili del fuoco pochi erano e pochi sono rimasti», attacca Luisella Maccioni, segretaria territoriale della Fp Cgil. A far scattare la protesta del sindacato è la bozza di schema di decreto di aggiornamento sulla ripartizione delle dotazioni organiche. Ci si aspettava che anche il distaccamento di Olbia, come accade per altre caserme sparse per l’Italia, passasse dalla categoria SD4 a quella SD5. E cioè da 46 a 58 unità. Invece niente da fare. In città, per i vigili del fuoco, tutto resta immutato.
La situazione. È a Roma che si prendono certe decisioni. La linea è al momento quella che penalizza Olbia, ma non è detta l’ultima parola. Per questo la Cgil fa sentire la sua voce, minaccia manifestazioni in città e si appella alla politica locale affinché intervenga. A peggiorare la situazione, poi, sono state le promesse fatte dai vertici del corpo e del ministero lo scorso luglio a Olbia, quando si era esibita la banda nazionale dei vigili del fuoco proprio per via dei disastri che nei decenni hanno colpito la città e il resto della Gallura. «A Olbia sono stati festeggiati gli 80 anni del corpo, alla presenza di tutte le autorità: il capo dipartimento Salvatore Mulas e l’ingegner Fabio Dattilo, capo del corpo – dice Beniamino Roberto Maninchedda, coordinatore provinciale Fp Cgil vigili del fuoco –. In quella occasione è stato dichiarato che Olbia sarebbe stata potenziata. Invece abbiamo scoperto che non sarà interessata dall’aumento di categoria. La discussione, comunque, è aperta. È uscita una bozza, ma si può ancora intervenire».
Sul piede di guerra. La consapevolezza è che Olbia ha tutte le carte in regola per ottenere l’aumento delle unità, considerato anche che la sede centrale, cioè Sassari, dista oltre 100 chilometri. «Olbia dovrebbe diventare comando, ma al momento non è possibile perché non esiste la provincia. Il fatto però è che qui non si decide neanche per l’aumento di categoria. Senza poi contare il resto: oggi, per esempio, i colleghi di Olbia a causa del guasto a un mezzo stanno operando con un altro di 30 anni fa» aggiunge Maninchedda. «A Olbia sono state fatte mille promesse, anche dopo l’alluvione 2013. Ma nulla è cambiato – prosegue Luisella Maccioni –. Quindi siamo pronti a scendere in piazza. Serve una mobilitazione generale, anche da parte delle istituzioni. Stiamo parlando della sicurezza del territorio». Tra le altre cose emerse dall’incontro sindacale, al quale ha partecipato anche Nicola Castagna, responsabile territoriale della Fp Cgil con delega ai ministeri, c’è la questione del distaccamento portuale. La caserma è stata costruita da un pezzo, ma il primo porto d’Italia per numero di passeggeri continua a rimanere senza vigili del fuoco. (m.b.)
La situazione. È a Roma che si prendono certe decisioni. La linea è al momento quella che penalizza Olbia, ma non è detta l’ultima parola. Per questo la Cgil fa sentire la sua voce, minaccia manifestazioni in città e si appella alla politica locale affinché intervenga. A peggiorare la situazione, poi, sono state le promesse fatte dai vertici del corpo e del ministero lo scorso luglio a Olbia, quando si era esibita la banda nazionale dei vigili del fuoco proprio per via dei disastri che nei decenni hanno colpito la città e il resto della Gallura. «A Olbia sono stati festeggiati gli 80 anni del corpo, alla presenza di tutte le autorità: il capo dipartimento Salvatore Mulas e l’ingegner Fabio Dattilo, capo del corpo – dice Beniamino Roberto Maninchedda, coordinatore provinciale Fp Cgil vigili del fuoco –. In quella occasione è stato dichiarato che Olbia sarebbe stata potenziata. Invece abbiamo scoperto che non sarà interessata dall’aumento di categoria. La discussione, comunque, è aperta. È uscita una bozza, ma si può ancora intervenire».
Sul piede di guerra. La consapevolezza è che Olbia ha tutte le carte in regola per ottenere l’aumento delle unità, considerato anche che la sede centrale, cioè Sassari, dista oltre 100 chilometri. «Olbia dovrebbe diventare comando, ma al momento non è possibile perché non esiste la provincia. Il fatto però è che qui non si decide neanche per l’aumento di categoria. Senza poi contare il resto: oggi, per esempio, i colleghi di Olbia a causa del guasto a un mezzo stanno operando con un altro di 30 anni fa» aggiunge Maninchedda. «A Olbia sono state fatte mille promesse, anche dopo l’alluvione 2013. Ma nulla è cambiato – prosegue Luisella Maccioni –. Quindi siamo pronti a scendere in piazza. Serve una mobilitazione generale, anche da parte delle istituzioni. Stiamo parlando della sicurezza del territorio». Tra le altre cose emerse dall’incontro sindacale, al quale ha partecipato anche Nicola Castagna, responsabile territoriale della Fp Cgil con delega ai ministeri, c’è la questione del distaccamento portuale. La caserma è stata costruita da un pezzo, ma il primo porto d’Italia per numero di passeggeri continua a rimanere senza vigili del fuoco. (m.b.)