Salvini: «La tragedia si poteva evitare»
La Maddalena, monta la polemica sul caso della 26enne che ha perso il bambino
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LA MADDALENA. Dopo l’inchiesta aperta dalla Procura di Tempio, il caso della mamma maddalenina di 26 anni che qualche giorno fa ha perso il bambino al termine della gravidanza rimbalza all’attenzione della politica nazionale. Ne parla il leader della Lega, Matteo Salvini: «Non solo materiale indispensabile come mascherine e respiratori: la Sardegna aspetta anche altre risposte dal Governo, troppo spesso distratto. Un caso, drammatico, è quello del punto nascita a La Maddalena. Va riaperto. La giunta Solinas l’ha da tempo chiesto al governo, ma in attesa di risposte dal ministero una giovane mamma ha perso il bambino. Una tragedia che doveva essere evitata. Basta tagli, e aiuti concreti per battere il virus e affrontare l’emergenza economica». «Nessuno dimentichi la Sardegna», conclude l’ex ministro che proprio del governo “distratto” ha fatto parte sino a pochi mesi fa.
Mentre Salvini parla, la richiesta di deroga al Governo per far riaprire il punto nascite chiuso dal 2016 (perché non raggiunge il minimo di parti, 500, previsto dalla legge) è stata presentata lo scorso gennaio dalla Regione, ben dieci mesi dopo l’insediamento della giunta Solinas.
E sempre mentre Salvini parla, il procuratore di Tempio Gregorio Capasso sta raccogliendo tutti gli elementi per far chiarezza sulla tragedia della ragazza, che si trova ancora ricoverata in ospedale nonostante le sue condizioni siano migliorate. In particolare, la Procura sta verificando se la grave complicazione della gravidanza (distacco massivo della placenta) sia stata l’unica e imprevedibile causa della morte del bambino. Oppure se ci sono responsabilità nell’applicazione del protocollo da parte del personale del pronto soccorso del Paolo Merlo al momento dell’arrivo della ragazza, fino all’arrivo dell’elicottero da Alghero (la base di Olbia è temporaneamente chiusa) e al trasporto all’ospedale Giovanni Paolo II dove la donna è stata sottoposta a un parto cesareo e a molte trasfusioni.
Mentre Salvini parla, la richiesta di deroga al Governo per far riaprire il punto nascite chiuso dal 2016 (perché non raggiunge il minimo di parti, 500, previsto dalla legge) è stata presentata lo scorso gennaio dalla Regione, ben dieci mesi dopo l’insediamento della giunta Solinas.
E sempre mentre Salvini parla, il procuratore di Tempio Gregorio Capasso sta raccogliendo tutti gli elementi per far chiarezza sulla tragedia della ragazza, che si trova ancora ricoverata in ospedale nonostante le sue condizioni siano migliorate. In particolare, la Procura sta verificando se la grave complicazione della gravidanza (distacco massivo della placenta) sia stata l’unica e imprevedibile causa della morte del bambino. Oppure se ci sono responsabilità nell’applicazione del protocollo da parte del personale del pronto soccorso del Paolo Merlo al momento dell’arrivo della ragazza, fino all’arrivo dell’elicottero da Alghero (la base di Olbia è temporaneamente chiusa) e al trasporto all’ospedale Giovanni Paolo II dove la donna è stata sottoposta a un parto cesareo e a molte trasfusioni.