«Pendolari a tre anni? No, si salvi la materna»
Bortigiadas, Emiliano Deiana chiede a Regione e Ministero di non chiudere la scuola dell’infanzia
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BORTIGIADAS. Il sindaco di Bortigiadas Emiliano Deiana, ha scritto una lettera alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina e una al presidente della Regione Christian Solinas e all’assessore eegionale alla pubblica Istruzione Andrea Biancareddu sulla chiusura della scuola dell’infanzia di Bortigiadas. Così come il suo collega di Nughedu San Nicolò Michele Carboni, al quale è toccata la stessa sorte: lottare per difendere la scuola dell'infanzia in paese e non far diventare pendolari i bambini sin da piccolissimi.
I sindaci non arretreranno di un centimetro e chiedono, dunque, al Ministero e alla Regione di riaprire le scuole di Nughedu e di Bortigiadas per una questione di salute pubblica e di civiltà. «Abbiamo avanzato la stessa richiesta: l’apertura della scuola dell’infanzia di Bortigiadas per l’anno scolastico 2020/2021 e il ritiro del provvedimento dell’Ufficio Scolastico Regionale assunto in data 23 aprile - dice il primo cittadino Deiana -. L’ufficio scolastico della Sardegna, nonostante le rassicurazioni del presidente della Regione Solinas (“nessuna scuola sarà chiusa in Sardegna”) con un provvedimento improvviso e contrario ai pronunciamenti dell’assemblea provinciale dei sindaci che ne aveva chiesto il mantenimento in deroga, ha disposto la chiusura delle scuole dell’infanzia di Bortigiadas e Nughedu San Nicolò per l’anno scolastico 2020/2021. Non lo permetteremo».
I sindaci di Bortigiadas e di Nughedu San Nicolò, qualche giorno fa, hanno reso pubblica l’amara notizia e hanno occupato provocatoriamente le piazze vuote dei due paesi. Tutti sperano che chi di dovere torni indietro sulle decisioni. Diversamente, i piccoli di tre anni di età diventeranno dei pendolari andando in altri paesi. «Bambini che tra l’altro - chiude Deiana - andrebbero ad affollare classi già affollate contro ogni regola di buonsenso che invece avrebbe impongono l’esatto contrario anche in relazione alle norme che non potranno essere più disattese di distanziamento sociale in questo periodo di emergenza sanitaria da Covid-19». (s.d.)
I sindaci non arretreranno di un centimetro e chiedono, dunque, al Ministero e alla Regione di riaprire le scuole di Nughedu e di Bortigiadas per una questione di salute pubblica e di civiltà. «Abbiamo avanzato la stessa richiesta: l’apertura della scuola dell’infanzia di Bortigiadas per l’anno scolastico 2020/2021 e il ritiro del provvedimento dell’Ufficio Scolastico Regionale assunto in data 23 aprile - dice il primo cittadino Deiana -. L’ufficio scolastico della Sardegna, nonostante le rassicurazioni del presidente della Regione Solinas (“nessuna scuola sarà chiusa in Sardegna”) con un provvedimento improvviso e contrario ai pronunciamenti dell’assemblea provinciale dei sindaci che ne aveva chiesto il mantenimento in deroga, ha disposto la chiusura delle scuole dell’infanzia di Bortigiadas e Nughedu San Nicolò per l’anno scolastico 2020/2021. Non lo permetteremo».
I sindaci di Bortigiadas e di Nughedu San Nicolò, qualche giorno fa, hanno reso pubblica l’amara notizia e hanno occupato provocatoriamente le piazze vuote dei due paesi. Tutti sperano che chi di dovere torni indietro sulle decisioni. Diversamente, i piccoli di tre anni di età diventeranno dei pendolari andando in altri paesi. «Bambini che tra l’altro - chiude Deiana - andrebbero ad affollare classi già affollate contro ogni regola di buonsenso che invece avrebbe impongono l’esatto contrario anche in relazione alle norme che non potranno essere più disattese di distanziamento sociale in questo periodo di emergenza sanitaria da Covid-19». (s.d.)