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Energie rinnovabili

Parchi eolici nel mare della Gallura, Liberi: «Se ne parli in Consiglio a Olbia»

Serena Lullia
Parchi eolici nel mare della Gallura, Liberi: «Se ne parli in Consiglio a Olbia»

Il gruppo di opposizione: «Diciamo no a progetti calati dall’alto. Non si confonda ospitalità con servilismo»

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OLBIA. Ci sono tre richieste per piantare pale eoliche nel mare davanti alla costa gallurese. Progetti di società private che la minoranza consiliare “Liberi Insieme” chiede vengano discussi subito in consiglio comunale.

Dopo aver portato in aula, insieme al resto dell’opposizione, il delicato tema del deposito Gnl a Cocciani, sposato dall’amministrazione Nizzi, il gruppo guidato da Davide Bacciu chiede alla maggioranza che l’eolico off shore diventi argomento di dibattito in Consiglio.

“Chiediamo con forza che anche il comune di Olbia, come fatto dagli altri comuni costieri, ne discuta quanto prima in consiglio e prenda una posizione chiara sul tema. Mettiamo subito un argine a chi vorrebbe sfruttare le nostre risorse, senza farci conoscere progetti ed eventuali (qualora vi fossero!) benefici per le nostre comunità”, dichiara Bacciu.

Un granitico no a progetti off shore calati dall’alto o senza adeguate valutazioni ambientali è già arrivato da Arzacheana, San Teodoro e La Maddalena.

“Vedere la documentazione e prendere una decisione seria, dopo una approfondita discussione in consiglio comunale, credo sia assolutamente improrogabile. Olbia dev'essere in prima linea su questo fronte”, sottolinea la vice capogruppo Paola Tournier.

Non una opposizione di principio all’energia pulita prodotta catturando il vento ma la volontà di preservare il patrimonio ambientale della Gallura. “Come spesso accade, la Sardegna tutta, e in questo caso le coste della Gallura vengono assaltate come ai tempi dei conquistadores – aggiunge il consigliere di Liberi, Eugenio Carbini -, sperando di potere fare deliberatamente ogni comodo, senza incorrere in nessun dibattimento o inclusione decisionale delle istituzioni locali. Oggi si parla di nove impianti off shore nell’isola, una sorta di cortina di ferro meccanica vicino alle nostre preziose coste. La nostra regione e il nostro territorio nella propria storia hanno concesso fin troppo in termini di campi eolici a terra, di raffinerie, di stabilimenti minerari, di servitù militari, di chimica. Non si confonda mai l’ospitalità con il servilismo. La Sardegna non è un’arancia da spremere, ma un paradiso da difendere”.

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