La Nuova Sardegna

Olbia

Diritto alla salute

Olbia, centinaia di cittadini alla marcia di protesta: «Sanità negata, ora basta»

Giandomenico Mele
Olbia, centinaia di cittadini alla marcia di protesta: «Sanità negata, ora basta»

Sindacati e sindaci galluresi mettono sotto accusa politica regionale e nazionale

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Olbia Spinto da un vento di burrasca il corteo di protesta condotto dai tre sindacati confederali ha attraversato le vie di Olbia per chiedere una sanità da paese civile. Davanti ai parcheggi dell'ospedale Giovanni Paolo II si sono ritrovate centinaia di persone: pensionati, medici, infermieri, semplici cittadini. Con loro i sindaci del territorio, rappresentati da San Teodoro fino a Tempio e La Maddalena, con l'eccezione del Comune di Olbia. Il sindaco Settimo Nizzi ha chiarito come nell'ultimo consiglio comunale aperto sulla sanità avesse promesso che non avrebbe più partecipato a manifestazioni finché non avesse ottenuto risposte concrete da parte delle istituzioni deputate. Una manifestazione di protesta che ha messo all'indice anni di politica regionale e nazionale miope, che ha perso di vista la sanità. Si chiede a gran voce la convocazione degli stati generali della sanità, un confronto che ponga al centro le soluzioni ai mille problemi degli ospedali, alla mancanza di medici, soppressione di interi reparti, cancellazione delle guardie mediche turistiche, le lunghissime liste di attesa e Pronto soccorso in costante emergenza.

Gli interventi «Chiediamo – ha detto Mirko Idili, segretario generale della Cisl Gallura – la convocazione degli stati generali della sanità gallurese, per una offerta sanitaria adeguata ai bisogni dei cittadini. Siamo qui insieme ai sindaci che hanno avuto un ruolo decisivo in questi due anni di pandemia. Serve una mobilitazione forte: la situazione è drammatica per le famiglie e gli anziani». «La sanità, da Olbia fino a Tempio e La Maddalena, è allo sfascio, la Gallura è stata abbandonata – ha spiegato Luisa Di Lorenzo, segretaria generale della Cgil Gallura –. Abbiamo il più basso tasso di ospedalizzazione non perché stiamo bene, ma perché manca l'assistenza sanitaria. La Gallura è al primo posto per mobilità passiva, siamo costretti a curarci lontano da casa nostra».

I sindaci Hanno seguito compatti la manifestazione, salvo eccezioni, per dimostrare quanto sia fondamentale l’unità di intenti nel cercare soluzioni a un’emergenza sanitaria che li ha spesso visti surrogare funzioni che non competevano loro, protagonisti durante la pandemia nel garantire la sicurezza dei cittadini. «Questa iniziativa compatta il territorio – ha chiarito Roberto Ragnedda, sindaco di Arzachena, presidente della Conferenza socio sanitaria – Si tratta di un momento di incontro che attendevamo da tempo per rivendicare diritti essenziali in un territorio che sta esplodendo, anche grazie alle presenze turistiche. Non si può più andare avanti così, la sanità è di tutti ed è arrivato il momento di alzare la voce. Non abbiamo visto soluzioni con giunte regionali di diversi colori politici. Abbiamo medici allo stremo, che ringrazio per i loro sacrifici. «Questa – ha concluso Daniel Deiana, delegato confederale della Uil Gallura – è la prima di una serie di mobilitazioni, che coinvolgeranno anche i trasporti e l’economia. Oggi chiediamo di dare un segnale forte davanti alla crisi sanitaria, che coinvolge anche gli anziani che non trovano posto nelle Rsa. Dobbiamo far sentire la nostra voce».

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