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I paesi turistici

San Teodoro, l’altra stagione dopo discoteche e folle estive

di Paolo Ardovino
San Teodoro, l’altra stagione dopo discoteche e folle estive

La località famosa per la movida estiva torna lenta alla routine quotidiana. Con le belle giornate qualche bar rimane aperto, chiusi invece negozi e hotel

23 ottobre 2023
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San Teodoro Adesso comincia una transizione, il gioco di parole è semplice ma efficace, dall’alta stagione all’altra stagione. San Teodoro è l’epicentro estivo per eccellenza per la movida anche se gli abitanti rifiutano l’idea di paese che se ne va in letargo, «noi continuiamo la nostra vita pure in autunno e inverno».

Ma è chiaro che si tratti di un’altra vita. I numeri sono netti: nei mesi più caldi, anche quest’anno, si sono superati i centomila abitanti. Ora restano circa cinquemila residenti. Il cielo è grigio, ogni tanto concede qualche raggio di sole, sono i primi giorni di vero freddo. San Teodoro è abituata a modellarsi guardando il cielo. Qui le attività commerciali a trazione turistica, i bar, i ristoranti, le gelaterie, finita l’estate decidono se alzare o meno la serranda a seconda delle previsioni e non secondo turni stabili. Affidarsi agli orari su google è rischioso. Tornano i tavoli con i signori che parlano in dialetto piuttosto che con le comitive di lingue straniere. E se prima tra piazza Gallura e largo Lussu si notavano le insegne luminose e gli olezzi dalle cucine, ora campeggia la cartoleria del centro. In mezzo ai colori da cui è circondata, nelle notti di agosto passa inosservata. Ma è sempre lì «da quarant’anni, quando la aprì mio marito». Dietro al bancone della cartoleria Di Effe c’è la signora Caterina, teodorina fiera, occhi color smeraldo. «Ora? Ora torniamo quattro gatti, ma la vita va avanti eccome». Il negozio è un bazar, non si ferma alla cancelleria. E la domanda sull’inverno è antipatica, così come tutte le volte che i «continentali» chiedono ai sardi cosa facciano nell’isola dopo agosto; lei sintetizza: «Adesso è un attimo e si arriva a Natale, magari lei non lo penserebbe ma molte persone frequentano il paese sotto le feste infatti teniamo allestito lo scaffale dei souvenir. Poi c’è carnevale. E poi da marzo ci si prepara alla stagione».

L’effetto paesino-fantasma è smorzato da un via vai che è placido ma resiste. «Anzi, se alcuni negozi e locali non avessero già chiuso, la gente continuerebbe a venire più numerosa», commenta una turista, si è concessa un fine settimana da Genova. Le spiagge sono frequentate. La Cinta, Cala Brandinchi, Lu Impostu. Per la passeggiata mattutina o un pranzo al sacco, con ampi spazi liberi. A San Teodoro ci sono 29 hotel, 25 affittacamere, 31 tra residence, villaggi e case per le vacanze, 43 bed and breakfast. Solo le strutture regolarmente registrate. Molte adesso hanno però la segreteria telefonica e le porte chiuse.

Nelle aree pedonali e nei posti che fino a poche settimane fa ospitavano dehors e mercatini e fiumi di persone, ora si possono parcheggiare le auto. «Poco importa dei locali alle persone che arrivano adesso. Vogliono percorsi naturalistici, escursioni, attività anche da fare in solitaria», prima era abituata più a dare consigli sulle discoteche e le spiagge raggiungibili, Roberta Vacca dallo sportello dell’info-point in questi giorni allunga molte mappe. Ma per una ragazza poco meno che trentenne del posto, gli svaghi non sono tanti, «certo, se devi uscire non scegli tra decine di bar ma giusto quei pochi che sono aperti», ride. Un sorriso quasi isolato mentre fuori pioviggina.

La sindaca Rita Deretta non è nel suo ufficio per qualche giorno ma risponde al telefono: «Resta la comunità, nessuno ora viene a staccare la spina e spegnerci – commenta orgogliosa – . Adesso ricomincia un’alta frequentazione di sardi, qui sanno di trovare non un paese abbandonato ma una comunità che esiste, con le sue altre attività, con le scuole, con un altro tipo di eventi». Ma lontani dalle vie del centro il grigiore avvolge i cortili vuoti, i cancelli sigillati. Naturale destino di un paese strapieno di seconde case ed esercizi pensati per le folle sudate in costume.

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