La Nuova Sardegna

Olbia

Dieci anni dopo Cleopatra

Olbia, parte l’iter del Piano per proteggere la città dalle alluvioni

di Serena Lullia

	I danni del Ciclone Cleopatra nel 2013
I danni del Ciclone Cleopatra nel 2013

Presentato il progetto definitivo con due gallerie che ridurranno del 50% l’ingresso delle acque. Mancano le autorizzazioni dell’Ardis e la Valutazione ambientale

16 novembre 2023
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Olbia Due grandi gallerie e un piccolo scolmatore. Sono questi i pilastri del progetto definitivo per la messa in sicurezza della città firmato Technital. Attende l’ok dell’Ardis, l’Agenzia regionale del distretto idrografico e la fondamentale Valutazione di impatto ambientale su cui cadde il Piano Mancini.

Due gallerie Il cuore del progetto è una galleria principale di 5 chilometri, alta 9 metri e larga 7, scavata nel granito. Prende l’acqua del Seligheddu a Putzolu, raccoglie quelle del rio Pasana e del Paule Longa e porta tutto nel Padrongianus. «Si tratta di granito durissimo – sottolinea l’ingegnere Simone Venturini, padre del progetto “Olbia e le sue acque” – che ci consentirà di avere una galleria che si autosostiene». La seconda galleria, anche questa scavata nel granito, sarà alta 6 metri e larga 4. Prenderà il rio Abba Frittta sotto Sa Minda noa, a 40 metri di profondità per scaricarlo nel Cabu Abbas, per poi andare nel golfo. Saranno inoltre demoliti i ponti di via Indonesia e via Libia e rifatti a una unica campana. C’è poi un terzo piccolo scolmatore che non è altro che è un canale che scolma il san Nicola in zona Teggja ’e Sambene e il Zozó.

Il percorso Venturini traccia il percorso della messa in sicurezza della città. «I primi sette anni di attività si concludono con la bocciatura del Piano Mancini il 31 dicembre 2020. Il 2021 passa senza fare nulla perché la Regione non aveva ancora individuato un soggetto che potesse presentare un nuovo progetto. Nel settembre 2021 la Regione nomina Ois, Opere infrastrutture Sardegna, e la incarica di riprendere in mano il progetto. Nel marzo 2022 firma una convenzione con il Comune di Olbia che diventa soggetto ausiliario. Il Comune nel maggio 2022 incarica Technital. In questo anno e mezzo è stata fatta una campagna di indagine importante. Dovevamo individuare una soluzione differente alle vasche di laminazione. Per realizzare le gallerie era necessario conoscere il terreno. Abbiamo pertanto fatto dei buchi di 70-80 metri per capire la natura dei materiali su cui avremmo lavorato».

Il sindaco «Da quel 18 novembre 2013 che ha cambiato le nostre vite e l’approccio alle problematiche ambientali ci siamo tutti da fare per dare risposte in termini concreti per ridurre il rischio idraulico – sono state le parole del primo cittadino Settimo Nizzi in apertura -. La storia l’abbiamo vissuta. Sappiamo come sono andate le cose: oggi proponiamo ciò che secondo noi è il modo giusto per risolvere la criticità del nostro territorio. Un lavoro lunghissimo fatto di collaborazioni frequenti e costanti con gli uffici regionali, con la società di progettazione e con il ministero. Oggi dopo aver dato tutte le autorizzazioni dal punto di vista amministrativo aspettiamo l’ok dell’Ardis e dello Svia per poter poi andare a bando per la progettazione del progetto esecutivo. Queste sono opere fatte in accordo con la popolazione. I denari già assegnati dl Governo ci sono. Gli altri che mancano li metterà la Regione. Aspettiamo che l’impegno finanziario della giunta sia votato da tutto il consiglio regionale». Grande opera «L’opera più importante della Sardegna dal Dopoguerra». Così l’ha definita Marcello Mura, funzionario dell’Ardis.

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