Palau, porto turistico senza gestione: la Regione non rinnova la concessione
Il Comune costretto a correre ai ripari: sospeso il regolamento, tacita proroga per i titolari di ormeggio
Palau Il porto turistico resta senza rotta e senza timoniere. Scade il 31 dicembre la concessione della Regione al Comune per la gestione dello scalo gioiello di Palau. Una situazione di incertezza che ha costretto l’amministrazione di Franco Manna a correre ai ripari. Come ha spiegato il sindaco in consiglio comunale. «Al momento non sono pervenute note e direttive in merito a eventuali proroghe da parte della Regione – ha detto il primo cittadino in aula –. L’amministrazione sta provvedendo a predisporre lo studio di fattibilità per costituire una società in house a cui affidare la gestione totale del porto turistico . La fase di attuazione a oggi non è definibile. Quindi serve gestire la fase di transizione dall’attuale gestione. È opportuno sospendere l’efficacia del vigente regolamento per il funzionamento del porto e le tariffe di ormeggio».
Una decisione con conseguenze tecniche. «Gli attuali titolari di ormeggio con contratto annuale sono tacitamente prorogati solo fino alla predisposizione di nuovi atti – aggiunge Manna –. Nel periodo di proroga si applicheranno le tariffe del 2023 escludendo sin da ora la sussistenza di un diritto di prosecuzione tacita verso gli attuali titolari, ai quali non si attribuisce nessun diritto alla prosecuzione del rapporto».
Dai banchi dell’opposizione si solleva una naturale preoccupazione. Il capogruppo Fabrizio Calandruccio chiede di avere più informazioni su «cosa succederà dal primo gennaio 2024, se dalla Regione ci sono segnali di un possibile rinnovo della concessione, in che maniera verrà gestita la richiesta di nuovi ormeggi per il 2024». «Allo stato attuale non abbiamo risposte – risponde Manna –. Dobbiamo capire cosa succederà a livello normativo. È evidente che non essendo più noi i concessionari del porto non abbiamo alcun titolo e non possiamo assumerci la responsabilità di gestire ciò che non è nostro». E sui tempi della costituzione della società in house «sapevamo che non sarebbe potuta entrare in funzione entro il 2024. Evidente che quel percorso vada preparato e programmato ed è abbinato all’ottenimento della concessione». Il primo cittadino chiarisce poi il perché del passaggio in Consiglio con la revoca del regolamento sul porto. «Una scelta di prudenza per non incappare in problemi di natura personale e collettiva».
Una spiegazione per il consigliere di minoranza, Luca Fresu, in contrasto con i lavori sui pontili che il Comune sta portando avanti. «Se non siamo più i gestori perché realizzare degli interventi su qualcosa che non è nostro». Per Manna si tratta di un investimento che guarda al futuro. «Interventi che sono un investimento – sono le parole del sindaco –. Stiamo sostituendo il pontile che aveva messo la Regione. E comunque ci tornerà utile nel caso in cui si dovesse andare a gara perché potremmo vantare vantaggi e diritti rispetto agli altri». (se.lu.)