La Nuova Sardegna

Olbia

Sottrazione di minore

Madre fugge dalla Gallura con la figlia, scoperto il rifugio a Kiev

di Marco Bittau
Madre fugge dalla Gallura con la figlia, scoperto il rifugio a Kiev

Quattro mesi fa l’allontanamento con la bambina minorenne senza il consenso del padre. Il caso in Parlamento

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Olbia Si riaccendono i riflettori sull’intrigo internazionale legato alla scomparsa di una bambina di 5 anni, figlia di un imprenditore gallurese 40enne e di una donna ucraina 35enne, sua moglie, in corso di separazione. Lo scorso settembre la madre è ritornata nel suo paese, martoriato dalla guerra, portando via anche la bambina senza il consenso del padre, che pure è il genitore affidatario in via esclusiva. Da allora, per quattro mesi, nessuno ha più visto la bambina. Una vera e propria fuga favorita da misteriosi passaporti diplomatici della Santa Sede in possesso dalla madre. La vicenda è diventata prima un caso giudiziario davanti al tribunale di Tempio e ora anche un caso politico internazionale con una interrogazione parlamentare presentata dal deputato gallurese Dario Giagoni ai ministri della Giustizia e degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Messo alle strette dall’Autorità centrale istituita dalla Convenzione dell'Aja (alla quale l'Ucraina ha aderito), il governo di Kiev l’altro ieri ha rotto il silenzio comunicando all’avvocato Salvatore Deiana, che assiste il padre della bambina, di aver individuato il luogo dove la piccola è stata portata dalla madre, “alla quale verrà richiesto di ricondurre volontariamente la figlia in Italia”.

«È necessario un intervento urgente del Governo italiano a tutela della bambina perché al momento si trova in Ucraina, un territorio martoriato dalla guerra – dice il deputato Giagoni (Lega) –. Tra le motivazioni dell’intervento parlamentare ci sono i rapporti che caratterizzano le relazioni tra l’Italia e l’Ucraina e, in questo ambito, anche la circostanza, iniziata con la procedura di ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea. Nella reciprocità relativa al rispetto dei diritti dell’uomo, che in questo caso coinvolge direttamente una minore, occorre una reciprocità effettiva e concreta. Nel caso specifico, un tribunale della Repubblica, quello di Tempio, ha agito con tempestività e la stessa Autorità centrale istituita dalla Convenzione dell'Aja ha messo in moto ogni potere istituzionale per esercitare il proprio ruolo. Ora si tratta di capire quanto il ministero degli Affari esteri ucraino possa incisivamente adoperarsi». «Sarebbe indispensabile – aggiunge Giagoni – avviare, da parte del ministero dell'Interno, ogni doverosa verifica finalizzata a comprendere i motivi che hanno consentito la fuga all'estero, in Ucraina, della madre e la sottrazione della minore». La fuga in Ucraina della madre con la bambina risale a settembre dello scorso anno.

«L'illecita condotta di sottrazione della minore per lasciare l'Italia e raggiungere l'Ucraina, ove attualmente si trova – spiega l’avvocato Salvatore Deiana – si è tenuta senza il consenso del curatore speciale designato, l’avvocato Monica Cazzari, senza il consenso del padre e in dispregio dei provvedimenti emessi dal tribunale di Tempio, oltreché di norme di valenza sovranazionale. Infatti, i documenti italiani a suo tempo ottenuti per la minore sono scaduti e con queli non sarebbe stato possibile lasciare il Paese. Con un secondo provvedimento cautelare emesso dal presidente del tribunale di Tempio, il 15 settembre 2023, è stata sospesa la responsabilità genitoriale della madre, e la minore è stata affidata in via esclusiva al padre, autorizzato ad assumere ogni decisione. È stato ordinato alla madre della minore di riportarla immediatamente dal padre ed è stato disposto, a tutela della serenità e del benessere della figlia, di evitare di andare nei luoghi frequentati dalla bambina e dal padre e il divieto di avvicinamento a meno di 200 metri alla figlia e al padre».

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