Olbia, la morte nel cantiere è un giallo
Baskim Bitichi, kosovaro di 42 anni, è caduto da un ponteggio di 10 metri in via Londra. I colleghi: «Era in malattia dopo un incidente stradale, è salito su per fare delle foto». Indaga la Procura
Olbia Giallo sulla morte di un muratore kosovaro in un cantiere edile di via Londra. Baskim Bitichi, di 42 anni, è precipitato dal ponteggio di un complesso residenziale in costruzione e in pochi secondi il suo cuore ha smesso di battere. Secono lo Spresal, che sta conducendo le indagini, sarebbe volato giù da dieci metri, ma i colleghi di lavoro della vittima avrebbero dato una versione diversa raccontando di una caduta dal primo elemento (a due metri e mezzo dal terreno). Il tragico incidente sul lavoro, su cui stanno raccogliendo i primi elementi i carabinieri della stazione di via d’Annunzio, è tutto da chiarire. Tanti, troppi i particolari avvolti nel mistero e su cui la Procura di Tempio, che ha avviato le inchiesta, vuole fare chiarezza.
Il cantiere, partito da qualche mese tra via Londra e via Fra Nicola da Gesturi, nel rione di San Minda Noa, è della ditta Plintos srl ma anche la Gimmy Edil costruzioni e ristrutturazioni ci sta lavorando. Il titolare di quest’ultima è Vegim Thaqi (conosciuto come Jimmy, kosovaro anche lui) e l’operaio morto era un suo dipendente. Pare fosse in malattia da due mesi perché coinvolto in un incidente stradale. Ieri pomeriggio, come ogni sabato, il cantiere era fermo. Ma all’interno c’erano due operai, sempre kosovari, di una terza e piccola impresa, che stavano facendo pulizia nel cortile. «Sì, stavamo mettendo in ordine - ha raccontato uno di loro - e poi è arrivato Baskim. Siamo amici e lui mi ha chiesto i soldi per fare la spesa. Dopo è salito sul ponteggio e col suo cellulare ha forse scattato qualche foto. Io e l’altro mio collega eravamo di spalle e all’improvviso abbiamo sentito un tonfo pazzesco. Baskim era caduto giù e appena ci siamo avvicinati per soccorrerlo ha smesso di respirare».
L’allarme è stato comunque dato in tempi rapidissimi. Nel giro di pochi minuti è atterrato l’elisoccorso del 118, ma i medici non hanno potuto far altro che constatare il decesso del muratore. I primi ad arrivare sono stati gli esperti dello Spresal, il servizio della Asl che si occupa di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro. Saranno loro, in piena collaborazione con i carabinieri, a dover stabilire se il cantiere fosse in regola e se le norme siano state rispettate, ma dovranno anche capire come mai l’operaio sia salito sul ponteggio, se possa essere scivolato o se possa aver avuto un malore.
Sono corsi in via Londra anche molti altri lavoratori del Kosovo e tutti conoscevano la vittima. «Baskim era arrivato a Olbia un anno fa. Cercava lavoro e lo ha trovato». Jimmy, il suo titolare, è sotto choc. Lui è un imprenditore conosciuto e stimato, sbarcato in città da una quindicina d’anni dopo aver fatto l’attore nel suo paese. A Olbia ha creato una sua impresa e pian piano è cresciuto, dando un’occupazione a tante persone del posto e ad altri kosovari. «Baskim era una brava persona e un bravo operaio - racconta Jimmy -. Aveva lavorato per me diversi cantieri. Non so che cosa sia accaduto, adesso ci sono indagini in corso e si farà luce su tutto».
Davanti al complesso in costruzione “L ondra 21”, si è precipitato anche Hassan Ben Bouzid, segretario territoriale della Fillea Cgil. Lui, pochi giorni fa, insieme con Danilo Deiana (Filcams Cgil) e Pietro Masia dello Spresal, aveva dato i numeri sugli incidenti sul lavoro in Gallura: 44 nel 2023, di cui due mortali. Qualche settimana fa aveva perso la vita un fabbro di Bono, caduto da un tetto nel cantiere di Buddusò in cui stava lavorando. Ieri a Olbia l’ultima tragedia. (s.p.)