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Turismo

Olbia, incasso record dall’imposta di soggiorno: al Comune 2,7 milioni

di Giandomenico Mele
Olbia, incasso record dall’imposta di soggiorno: al Comune 2,7 milioni

L’assessore al Bilancio Alessandro Fiorentino: «L’abbiamo ritoccata al rialzo, scelta vincente. I soldi investiti nell’attrattività»

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Olbia. È ancora quello di Olbia il Comune della Sardegna che ha incassato di più nel 2023 dall’imposta di soggiorno. Un risultato, secondo i dati dell’Osservatorio realizzato da Jfc tourism & management, che lo conferma come ente a forte vocazione turistica, ma anche leader di quel mercato delle prime e seconde case destinate ai cosiddetti affitti brevi, che sono diventate il traino di un turismo extralberghiero in fortissima crescita sul territorio. Olbia, comune leader, nel 2023 ha incassato 2 milioni e 699mila euro. Ma è tutta la Gallura a fare la parte del leone in questa speciale classifica: al secondo posto si colloca infatti Arzachena, con il Comune della Costa Smeralda che ha incassato 2 milioni 660mila euro. Seguono Alghero (2 milioni e 364mila), Villasimius (1 milione e 977mila), Palau (1 milione e 589mila), Pula (1 milione e 451mila), Budoni (1 milione e 408 mila), Cagliari (1 milione e 185mila), Santa Teresa Gallura (1 milione e 106mila), San Teodoro (1 milione e 95mila). In Sardegna con l’imposta di soggiorno lo scorso anno sono stati incassati complessivamente 24 milioni e 878mila euro (il 28,9% in più rispetto al 2022).

Incassi record. «Siamo felici di un risultato che dimostra come sia stata felice la scelta, condivisa con il sindaco, Settimo Nizzi, di ritoccare l’anno scorso l’imposta al rialzo, tra i 50 centesimi e un euro – spiega Alessandro Fiorentino, assessore comunale al Bilancio –. I numeri parlano chiaro e dimostrano che l’aumento non ha inciso sulle presenze, portando un ottimo risultato a livello contabile, senza toccare le tasche dei nostri concittadini. Ricordiamo che i soldi verranno investiti o direttamente sul turismo, o per la sistemazione di aree urbane e verde pubblico, interventi che influiscono comunque sull’attrattività turistica della nostra città». Il 2023 segna un anno record per gli incassi derivanti dall’applicazione dell’imposta di soggiorno – riporta l’ultimo dossier dell’Osservatorio realizzato da Jfc tourism & management – con 790 milioni di euro incamerati complessivamente in Italia (+25,7%). Per Olbia gli incassi vanno ad alimentare il volano del turismo anche finanziando i grandi eventi, che a loro volta portano tanti vacanzieri che alimentano le casse del Comune. Un circuito virtuoso che sta portando risultati.

Affitti brevi. Olbia è la prima tra le città sarde nella top venti nazionale degli alloggi disponibili su Airbnb, a dimostrazione della crescita del fenomeno degli affitti brevi. Olbia è seguita nell’ordine da Cagliari e Alghero, con tre città sarde e mete turistiche importanti a primeggiare nell’offerta secondo i dati diffusi dal Centro studi di Federalberghi. La Sardegna con 42.531 annunci è la quinta regione italiana, dopo Toscana (prima con 66.986 annunci), Sicilia, Lombardia e Puglia. La prima delle sarde, appena fuori dalla top 10, subito dopo le grandi città d’arte, è Olbia, undicesima con 3.450 alloggi. La città gallurese è anche tra quei Comuni sardi che hanno stipulato un accordo con Airbnb per il versamento diretto della tassa di soggiorno, insieme ad Arzachena, Golfo Aranci, Posada, Santa Teresa e Stintino. Un meccanismo che consente di incassare cifre certe in rapporto al volume degli affitti regolari sulla piattaforma di Airbnb e far emergere un po’ del sommerso, che resta molto alto. «L’accordo con Airbnb ci consente di tracciare le presenze “regolari”, che passano attraverso le piattaforme di prenotazione – spiega l’assessore al Bilancio – resta quella parte di “nero”, con affitti non tracciabili e che sfugge anche all’imposta di soggiorno. Stiamo lavorando per creare una task force che censisca gli immobili destinati a questo tipo di uso turistico, per capire quale sia l’offerta che non rispetta la legge».

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