Olbia, ex Air Italy in allarme: «Naspi agli sgoccioli, in centinaia senza reddito»
I sindacati chiedono un intervento: «La situazione è difficile, intervenga la politica»
Olbia. Le ore scorrono e i titoli di coda si fanno sempre più vicini. Della compagnia nata sessant’anni fa sulla primitiva pista di Venafiorita non c’è più traccia. Restano però i lavoratori. Molti sono tornati a volare a bordo di nuovi vettori e altri sono riusciti in qualche modo a riprogrammare la loro vita. Ma esiste ancora un esercito di ex dipendenti Air Italy che si trova di fronte a una lunga serie di porte chiuse. La situazione è allarmante e lo sarà ancor di più nelle prossime settimane, visto che il sostegno della Naspi è drammaticamente agli sgoccioli. A navigare in un mare di paure e incertezze sono soprattutto quei lavoratori che non sono abbastanza grandi per sperare in una pensione e che, allo stesso tempo, non sono neanche così giovani da riuscire a trovare facilmente un altro lavoro. Sono circa 1300 i dipendenti colpiti dalla messa in liquidazione di Air Italy, nel 2020, con la metà residente in Sardegna e in particolare a Olbia. Nel 2022, invece, l’avvio della Naspi: passati 24 mesi, adesso il sostegno è in scadenza. A farne le spese i lavoratori che non sono stati ricollocati. Sono centinaia.
La politica. Arnaldo Boeddu, segretario regionale della Filt Cgil, torna a chiedere l’intervento della politica. «Dei lavoratori sardi licenziati da Air Italy – dice Boeddu –, solo un centinaio ha trovato collocazione nella compagnia (Aeroitalia, ndr) vincitrice del bando in continuità territoriale su Roma e Milano da Alghero e Olbia, quasi esclusivamente come piloti, comandanti e assistenti di volo. Altri lavoratori si sono riqualificati in altri settori. Ma sono ancora centinaia, con una età anagrafica avanzata, a trovarsi in una situazione difficile. Solo un intervento legislativo, in deroga alla normativa vigente, può dare un altro po’ di respiro». Boeddu ne ha già parlato in Regione, per cercare un tramite con il governo. «Serve prorogare l’ammortizzatore sociale – prosegue il sindacalista – oppure individuare un nuovo strumento di sostegno al reddito che possa garantire un ulteriore periodo nel quale trovare lavoro oppure maturare il requisito pensionistico». Gianluca Langiu, segretario regionale Fit Cisl, entra un po’ nel dettaglio della questione Naspi. «Per i piloti è già scaduta, a giugno scadrà quella del personale di terra, a luglio quella dei tecnici e dei manutentivi, tra settembre e ottobre quella degli assistenti di volo – spiega Langiu –. Mi appello alla politica e in particolare alla nuova giunta regionale, affinché si possa trovare il modo di estendere l’attuale strumento per garantire maggiore copertura. Poi serve investire nei corsi di formazione per la riqualificazione del personale. Nonostante gli sforzi della precedente giunta, che aveva trovato i fondi con l’obiettivo del mantenimento delle certificazioni, gli strumenti promossi non avevano ottenuto gli esiti sperati, soprattutto per il personale di terra».
La continuità. Marco Bardini, sindacalista Anpac Anpav, pensa anche alla continuità territoriale. «Presto avremo centinaia di persone che non hanno trovato lavoro né raggiunto la pensione – dice –. Resteranno completamente prive di qualsiasi reddito. Un numero consistente di ex Air Italy, nel frattempo, è stato assunto da Aeroitalia. È un piccolo miracolo. E ci sarebbe anche l’obiettivo di assumere altro personale già pronto e qualificato dal bacino di Air Italy. Ma il problema è che si avvicina la scadenza della continuità territoriale. La speranza è che questo germoglio non venga in qualche modo boicottato, che la situazione attuale non venga penalizzata».
Hangar. Per quanto riguardai i tecnici, la speranza risiede in particolare nel nuovo polo manutentivo. La Geasar ha bandito l’utilizzo degli hangar Avio 1 e 2, inserendo tra le clausole il riassorbimento dei lavoratori ex Meridiana Maintenance. A concorrere sono in tre e, secondo voci non ufficiali, a vincere la gara sarebbe stato il colosso Atitech.