Olbia, picchiata e ridotta in schiavitù: sotto accusa un’intera famiglia
Presunta vittima delle violenze una 25enne. La Procura di Tempio ha chiesto il rinvio a giudizio per il marito, le due cognate e il suocero
Olbia Quel matrimonio che prometteva felicità si è trasformato giorno dopo giorno in un inferno. Intrappolata all’interno di una famiglia dov’era costretta a soddisfare i bisogni di tutti, a subire da loro ordini e violenze che avvenivano anche davanti ai suoi figli. Tenuta volontariamente in uno stato di isolamento, privata di amicizie e perfino di imparare la lingua italiana per ostacolare la sua integrazione, e ridotta in uno stato di schiavitù, perennemente al servizio del marito e della sua famiglia. Sono queste le pesanti accuse mosse dalla Procura di Tempio nei confronti di un intero nucleo familiare – il marito, le due sorelle del marito, e il suocero – che per anni avrebbe maltrattato, vessato, sopraffatto fisicamente e psicologicamente una giovane donna di 25 anni.
Maltrattamenti che, stando alle accuse, sarebbero spesso avvenuti anche davanti ai due figli minori della coppia, presunte vittime, a loro volta, di violenza assistita. La vicenda giudiziaria che vede sotto accusa i quattro componenti della famiglia (di origine nord africana, residenti in un paese della Gallura), sarà trattata nei prossimi giorni dal tribunale di Tempio. La Procura ha chiuso le indagini e ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti. Su di loro, da circa un anno, grava la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla presunta vittima dei maltrattamenti disposto dal gip del tribunale di Tempio, su richiesta del pubblico ministero. Sono state applicate le procedure del Codice rosso. La donna è stata ed è tuttora assistita dal centro antiviolenza Prospettiva donna di Olbia. Il fascicolo approderà a luglio in udienza preliminare e il gup Alessandro Cossu dovrà decidere sul rinvio a giudizio chiesto dalla Procura. Marito, cognate e suocero sono accusati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali, il marito anche di violenza sessuale. Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Antonio Fois e Giampaolo Murrighile. La donna e i suoi figli si costituiranno parte civile con l’avvocato Diana Bandinu.