Arzachena, uccise il padre a bastonate: giudizio immediato per Michele Fresi
Il processo si aprirà a ottobre in Corte d’Assise, a Sassari. È accusato anche di aver aggredito la fidanzata e due carabinieri
Arzachena La Procura di Tempio ha chiuso le indagini e disposto il giudizio immediato (per l’evidenza della prova) nei confronti di Michele Fresi, il 28enne di Arzachena accusato di aver ucciso a bastonate, colpendolo con una mazza in legno, suo padre Giovanni, conosciuto e stimato orafo di 58 anni. L’uomo era stato aggredito per strada, vicino all’abitazione di suo figlio e in quella stessa notte di follia – aveva fatto pesante uso di droghe – aveva aggredito con la stessa mazza in legno di ginepro anche la sua fidanzata,
Sofia Maria Vasiliu, colpita con violenza sul volto, e due carabinieri, Giulio Cau e Michel Tazioli, che erano intervenuti per cercare di fermarlo. Tutti avevano riportato gravi fratture.Michele Fresi, che dal 28 dicembre si trova rinchiuso nel carcere di Bancali, è accusato di omicidio aggravato, resistenza e lesioni personali. Il processo si aprirà in Corte d’Assise, a Sassari, il 29 ottobre. È difeso dall’avvocato Pierfranco Tirotto.
Sofia Maria Vasiliu
si costituirà parte civile con l’avvocato Giampaolo Murrighile, Giulio Cau, con l’avvocato Jacopo Merlini. Durante l’interrogatorio il 28enne aveva detto al giudice di essere stato in preda alle allucinazioni per le dosi massicce di stupefacenti assunte quella sera, Lsd e cocaina, e di aver reagito perché pensava di essere attaccato dagli alieni. (t.s.)