Olbia, botte e insulti alla compagna: condannato a due anni e 2 mesi
Il cuoco, 44enne, era accusato di maltrattamenti, stalking e lesioni personali. Anni fa, la donna era finita in ospedale con una costola rotta
Olbia Le manette erano scattate la sera del 31 maggio 2015 quando, al culmine dell’ennesima sfuriata, l’aveva aggredita colpendola con schiaffi, pugni e calci, anche alla testa, e dopo averla afferrata per i capelli l’aveva trascinata per la casa. Erano arrivati i carabinieri: lui era finito in carcere, lei, al pronto soccorso, con una costola fratturata, traumi e contusioni in varie parti del corpo. La giudice Federica Di Stefano lo ha condannato a due anni e due mesi di reclusione. La metà di quanto chiesto dal pubblico ministero Daniela Fiori che aveva sollecitato una pena a 4 anni di reclusione. L’uomo, un cuoco di 44 anni, di origine siciliana e residente a Olbia, era accusato di maltrattamenti, lesioni e stalking e di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Era difeso dall’avvocato Pierangelo Loddo, il quale ha cercato di dimostrare che tra la coppia c’erano litigi e maltrattamenti reciproci. La donna era costituita parte civile con l’avvocata Claudia Rita Satta.
Secondo le accuse, l’uomo picchiava e minacciava, anche di morte, la sua convivente e lo faceva anche di fronte al loro figlio che all’epoca dei fatti aveva 18 mesi. «Ti ammazzo... Ti porto via nostro figlio...», urlava. Il 31 maggio 2015, l’aveva picchiata con violenza facendola finire in ospedale. Era stato arrestato e portato in carcere, poi, era stato messo ai domiciliari. Nella sua abitazione, i carabinieri avevano trovato degli involucri con cocaina e hascisc, stupefacente, secondo la Procura di Tempio, destinato allo spaccio. Accusa da cui è stato assolto. Il cuoco doveva rispondere anche di stalking: era accusato di perseguitare con continui messaggi e telefonate la donna dopo che lei lo aveva denunciato. Ora la chiusura del processo e la sua condanna.