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Archeologia

Olbia, avanti con i lavori nell’ex Artiglieria: nuova vita per due capannoni

di Dario Budroni
Olbia, avanti con i lavori nell’ex Artiglieria: nuova vita per due capannoni

Le strutture ospiteranno antichi reperti. L’intervento è del ministero. Nessuna novità per le navi romane abbandonate: sono ancora all’esterno

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Olbia. I capannoni hanno abbandonato il loro aspetto decrepito e si preparano ad accogliere un bel po’ di reperti di epoca romana. I lavori sono quasi terminati e ad annunciarlo è direttamente il Segretariato regionale del ministero della Cultura. Nell’area dell’ ex Artiglieria, in due dei dodici capannoni un tempo utilizzati dall’esercito, da due anni si sta lavorando per ristrutturare i vecchi fabbricati e trasformarli quindi in strutture in grado di ospitare importanti pezzi del passato olbiese. È previsto anche uno spazio polifunzionale e, in determinate occasioni, i capannoni potranno anche aprire le loro porte ai visitatori. Obiettivo: valorizzare i reperti archeologici trovati negli anni nel sottosuolo cittadino. Insomma, per l’ex Artiglieria arriva finalmente una buona notizia. E questo dopo lo scandalo, raccontato nei mesi scorsi dalla Nuova, relativo al pessimo stato di conservazione delle numerose navi romane trovate 25 anni fa nello scavo del tunnel. Antichi relitti abbandonati a se stessi sotto le intemperie, sempre all’interno della stessa ex Artiglieria. Del loro destino non si sa ancora nulla. L’unica certezza è che sono ancora all’aperto e che nessuno ha mai spiegato il motivo all’origine del disastro.

I capannoni. Il Segretariato sta portando avanti un progetto di adeguamento e fruizione. Erano stati stanziati 700mila euro di fondi Pon del ministero. Sono state restaurate le strutture murarie e rifatte anche le coperture. A firmare il progetto l’architetto Roberto Beraldo, che ha anche previsto la realizzazione di una tensostruttura di ombreggiamento removibile tra i due fabbricati «per amplificare le possibilità di fruizione per attività ed eventi legati all’archeologia». I lavori hanno anche riguardato il riordino dei reperti archeologici attraverso attività di studio, catalogazione e primi interventi di restauro dirette dall’architetto Gianluca Zini (Segretariato) con la direzione operativa dell’archeologo Francesco Carrera (Soprintendenza per il patrimonio subacqueo) e della restauratrice Alessandra Carrieri della Soprintendenza archeologica. L’intervento, iniziato nel settembre del 2022, dovrebbe terminare entro l’anno.

Le navi. E poi ci sono le navi romane abbandonate e distrutte. Nella nota del Segretariato regionale non sono menzionate ed è molto difficile che possano trovare riparo all’interno dei due capannoni in fase di ristrutturazione. La loro storia è tristemente nota. In passato si trovavano dentro un terzo capannone affidato alla Soprintendenza. Secondo un progetto dello stesso ente, anche questo sarebbe dovuto essere risistemato. I lavori vennero avviati e poi interrotti. Nel frattempo, per permettere l’intervento, le vasche contenenti gli antichi relitti furono trasferite all’esterno. Sarebbero dovute restare fuori solo qualche mese, invece sono ormai passati quattro anni. Sono ancora lì.

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