Asdomar, meno olio nel tonno prodotto a Olbia: «Così abbiamo superato la crisi»
Il presidente di Generale conserve Adolfo Valsecchi: «Abbiamo mantenuto l'alta qualità»
Olbia Resilienza e beneficenza. Il tonno Asdomar, prodotto dalla Generale conserve nella fabbrica di Olbia, sa essere solidale e prova a resistere alla crisi congiunturale simile a una tempesta perfetta per l’industria conserviera ittica. L’iniziativa benefica, confermata anche quest’anno, è stata battezzata da Adolfo Valsecchi, presidente e amministratore delegato, nello stabilimento della zona industriale, alla presenza del vescovo della diocesi di Tempio-Ampurias, dom Roberto Fornaciari e i responsabili della Caritas diocesana e della Croce rossa.
Una percentuale del tonno Asdomar venduto in speciali promozioni nei supermercati viene data in beneficenza. Il consumatore diventa in questo modo protagonista della beneficenza, grazie all’iniziativa di Asdomar. Un segno di vicinanza dell’azienda al territorio, che passa per la conferma degli investimenti e del progetto imprenditoriale a dispetto della congiuntura sfavorevole, tra inflazione, calo dei consumi, prezzo bloccato allo scaffale e aumento vorticoso del costo delle materie prime. Dopo una perdita nel 2023, il 2024 si dovrebbe chiudere con un utile operativo frutto di innovazioni tecnologiche e di prodotto. Inoltre, non si fermano gli investimenti.
Il vescovo Roberto Fornaciari, quindi, ha messo in luce il grande valore di umanità dell’azienda, attenta alla sostenibilità e alla qualità del lavoro. Uno sforzo importante davanti alle difficoltà del mercato, con i costi che esplodono e la domanda di tonno che si contrae.
La chiave del riscatto davanti alla congiuntura sfavorevole risiede anche in una innovazione di prodotto che sposa svolta salutista, comune a molte aziende del mercato del “food”, insieme al risparmio. In pratica, Asdomar ha scelto di togliere dalla scatoletta 20 grammi di olio sui 30 complessivi, lasciandone solo 10 grammi. L’olio di oliva, in molti casi, sta cominciando ad essere sostituito da quello di girasole, che starebbe incontrando il favore dei consumatori.
«Il 2023 è stato un anno tremendo per tutta l’attività delle conserve del mare nel mondo, tutte le materie prime hanno registrato aumenti a doppia cifra e la grande distribuzione ha allungato i tempi di negoziazione sugli aumenti richiesti allo scaffale a giugno e luglio – spiega Adolfo Valsecchi –. La grande distribuzione organizzata ci paga con prezzi che per noi sono in perdita, per cui lo scorso anno è stato il peggiore dell’ultima decade, con una perdita netta di 4 milioni. Non ci siamo persi d’animo e abbiamo lavorato, facendo leva su nuove iniziative e l’ultima revisione per la chiusura dell’anno ci proietta con un leggero utile. Siamo orgogliosi di aver mantenuto alta la qualità, con una innovazione legata a nuovi prodotti, con la strategia legata alla riduzione della quantità di olio, togliendo 20 grammi di olio sui 30 messi dentro in precedenza. Abbiamo capito che il cliente butta via il 90% dell’olio».
La beneficenza, quindi, fa rima con resilienza. Da una parte non perdere di vista il prossimo, con iniziative solidali, dall’altra provare a rispondere a quella che Valsecchi chiama “la tempesta perfetta”. I costi dell’energia sono aumentati in media tra il 50 e il 60% rispetto a pochi anni fa. Ma tutte le materie prime hanno subito aumenti incredibili in un periodo così breve: tonno + 45%, scatole +50%, energia elettrica +60%, il costo dell’olio d’oliva triplicato. «Ci concentreremo per produrre la vecchia scatoletta con 20 grammi di olio in meno, con i costi che ha raggiunto l’olio è un processo inevitabile. La nostra squadra ha risposto alla grande, facendo un prodotto migliore rispetto ai concorrenti e, a parità di prezzo, i clienti preferiscono il nostro tonno – sottolinea ancora Valsecchi -. Inoltre, i vari test e assaggi dimostrano il favore della clientela per l’olio di girasole, che a questo punto pensiamo di applicare anche per l’area premium».
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