Olbia. La stagione vola verso il picco massimo di agosto, ma intanto negli uffici del Costa Smeralda si tirano nuove e importanti somme. Il 2024 è l’anno dei record e l’aeroporto olbiese – a cinquant’anni esatti dall’inaugurazione della prima aerostazione – taglia ora un ulteriore traguardo. Lo scalo gallurese ha infatti sfondato quota 2 milioni di passeggeri già nel mese di luglio. Non era mai accaduto prima. Un tempo certi risultati si ottenevano un po’ più in là. Nel 2014, per esempio, addirittura a fine anno. Complice anche lo sbarco di Ryanair, nel 2024 l’aeroporto Costa Smeralda si ritaglia dunque spazi ancora più importanti. Numeri che la dicono lunga sullo stato di salute dello scalo e che sono stati snocciolati ieri da Mario Garau, responsabile sviluppo rotte di Geasar, nel corso di una puntata di Radio Nuoro Centrale dedicata proprio al turismo. Una tavola rotonda durante la quale si sono confrontati tra loro anche Silvio Pippobello, amministratore delegato di Geasar, Rita Deretta, sindaca di San Teodoro, Edoardo Oggianu, presidente di Confcommercio Gallura, e Paolo Manca, presidente di Federalberghi Sardegna.
Sempre più su. Ai microfoni di Pietro Rudellat e Leonardo Moro, in diretta proprio dal Costa Smeralda, Mario Garau non ha nascosto la soddisfazione. «Fino a oggi il 2024 è un anno record – dice Garau –. A luglio abbiamo superato i 2 milioni di passeggeri, non era mai accaduto così presto. Il dato è interessante e significa che l’aeroporto di Olbia, in questa frazione di anno, ha visto transitare circa il 20 per cento di passeggeri in più rispetto al 2023. Già lo scorso anno avevamo recuperato quanto perduto con il Covid, mentre adesso otteniamo un altro record: 700mila passeggeri soltanto nel mese di luglio. Abbiamo quasi raggiunto quello che è il nostro limite in termini di capacità e per questo stiamo programmando nuovi investimenti. Se in passato le giornate di picco in cui si superavano i 30mila passeggeri erano una o due, adesso è invece una costante di ogni venerdì, sabato e domenica. Tutto ciò è interessante perché fornisce anche un’indicazione su come si stanno comportando le compagnie aeree. Stanno facendo un po’ di destagionalizzazione all’interno dell’alta stagione». Numeri piuttosto alti anche nei mesi più di spalla. «A giugno sono transitati circa 550mila passeggeri – continua Garau –. Invece un tempo questi erano i numeri di agosto. Significa che, effettivamente, si sta riducendo la stagionalità. Anche maggio è stato un mese interessante: più 30 per cento rispetto al 2023. Questo grazie a una programmazione che è stata fatta negli anni con gli operatori turistici e al lavoro svolto in aeroporto. Siamo diversificando il network: qui volano le più importanti compagnie europee e adesso abbiamo Ryanair, che è il primo vettore del continente. Conta 500 aerei e connette 250 aeroporti. La sua presenza ci permette dunque di servire una fetta di passeggeri che prima non riuscivamo a intercettare e ci dà anche la possibilità di esplorare nuovi mercati. Poi la destagionalizzazione: Ryanair intende mantenere, oltre la stagione summer, le rotte sia per Bologna che per Bergamo».
Andare oltre. Sono gli stessi manager e operatori a odiare quasi la parola super inflazionata destagionalizzazione. Il punto, però, resta sempre quello: la necessità di andare oltre. Ne ha così parlato anche Silvio Pippobello, ad di Geasar: «Mi occupo di aeroporti da più di 30 anni e il problema da superare è sempre stato questo. Affrontiamo le stagioni con dei buoni risultati, ma non sufficienti dal punto di vista del fornire all’isola flussi adeguati per garantire la mobilità delle persone. Per agosto stimiamo 800mila passeggeri, mentre a febbraio ne contiamo 50mila. Questo è il problema. I nostri flussi sono molto orientati verso il mare, dobbiamo quindi trovare dei prodotti diversi. Lo diciamo da sempre, ma è bene ripeterlo. Abbiamo una terra bellissima e una natura incontaminata, potremmo offrire di più. Quindi enogastronomia, storia, cultura. Penso anche alla nautica, al golf, ai grandi congressi».