La Nuova Sardegna

Olbia

Il giallo di via Petta

Olbia, i sub cercano in via Dei Lidi il cadavere di Rosa Bechere

di Marco Bittau
Olbia, i sub cercano in via Dei Lidi il cadavere di Rosa Bechere

I carabinieri del nucleo sommozzatori di Cagliari setacciano i fondali del porto romano

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Olbia. Si sposta in via dei Lidi l’inchiesta sulla fine di Rosa Bechere, 60enne invalida, scomparsa nel nulla nel novembre di due anni dal suo appartamento in via Petta, il condominio dei veleni dove pochi mesi prima era stato ucciso, bruciato vivo, il suo vicino-nemico di casa Tony Cozzolino. A sorpresa, nella mattinata di oggi, 5 settembre, una squadra di sub dei carabinieri si è immersa nelle acque limacciose e poco profonde del vecchio porto romano. L’operazione, avvolta nel riserbo assoluto, è stata disposta e coordinata dalla Procura di Tempio che indaga sulla scomparsa e probabile morte della donna, è durata tutta la mattina ed è probabile che proseguirà anche nei prossimi giorni, magari in un diverso punto della piccola insenatura.

Così ha deciso il magistrato titolare dell’inchiesta, che non è più il sostituto procuratore Daniele Rosa, dallo scorso luglio trasferito in altra sede. Il fascicolo adesso sarebbe direttamente sul tavolo del procuratore Gregorio Capasso. I sommozzatori sono arrivati oggi, di buon mattino, da Cagliari. In silenzio, senza dare troppo nell’occhio, hanno parcheggiato l’auto di servizio in via dei Lidi e con un gommone hanno preso il largo nello specchio di mare di Tilibbas, il vecchio porto romano. Quindi le immersioni, davanti agli occhi di tutti, ma forse nessuno ci ha fatto caso. Tutto con modalità ben diverse dal clamore delle battute di perlustrazione effettuate nei mesi scorsi nelle campagne di San Vittore alla ricerca del cadavere della povera donna che la Procura di Tempio continua a ritenere sia stata uccisa.

Via dei Lidi e il porto romano sono due tessere nuove del puzzle di Rosa Bechere. Nelle carte dell’inchiesta non risultano riferimenti, eppure da qualche giorno negli ambienti vicini agli investigatori, che da quasi due anni lavorano senza tregua al caso, qualcosa era trapelato. Voci, indiscrezioni, piccoli indizi, tutte cose da verificare. Una cosa è certa: l’inchiesta sulla scomparsa di Rosa Bechere è più che mai viva. Prima di lasciare Tempio, il pm Daniele Rosa aveva chiuso l’inchiesta nei confronti di Maria Giovanna Meloni (44 anni, di Olbia) e del compagno Giorgio Beccu (53 anni, originario di Berchidda), accusati di rapina, lesioni personali, sottrazione e utilizzo di carte di credito altrui. Reati gravi, ma poca roba rispetto alle accuse di omicidio e occultamento di cadavere che invece restano ancora in piedi.

In altre parole, la Procura continua a indagare forte di un convincimento incrollabile: la coppia Meloni-Beccu ha prima ucciso Rosa Bechere e dopo ha fatto sparire il cadavere. La coppia, dunque, resta indagata per omicidio e il mistero della donna scomparsa in via Petta attende ancora una soluzione. Magari, tra le acque non proprio limpide di Tilibbas.

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