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Il caso

Calangianus, Nicole Berlusconi: «Morta cavalla denutrita, avremmo potuto salvarla»

Calangianus, Nicole Berlusconi: «Morta cavalla denutrita, avremmo potuto salvarla»

La denuncia della presidente di Islander: «Colpa della burocrazia e di un sistema lento. Ma continuerò a lottare come mi ha insegnato zio Silvio»

08 ottobre 2024
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Calangianus «Questo è l’ultimo caso di un cavallo che non siamo riusciti a salvare. Colpa della burocrazia, di un sistema troppo lento, di normative poco chiare». Le parole sono di Nicole Berlusconi, fondatrice e presidente della onlus Islander e quarta figlia di Paolo Berlusconi e nipote del Cavaliere . Ed è lei a raccontare la storia di Nuvola, una cavalla «lasciata morire da sola».

La denuncia «A metà dello scorso agosto ci fanno una segnalazione dalle campagne di Calangianus e raggiungo il posto con una veterinaria e ad altri volontari. All’interno di un terreno

una cavalla gravemente denutrita: i passanti sono abituati a portarle del cibo ogni tanto perché, a quanto dicono, il suo proprietario non se ne occupa. Proviamo a parlare proprio con  lui ma  non ci permette di visitare la cavalla, né di fare esami di approfondimento.

Segnaliamo il caso ai carabinieri, alla Forestale e alla Asl, enti già avvisati un anno prima dal vicinato. Richiediamo un intervento urgente rendendoci disponibili per prendere in custodia giudiziaria la cavalla e, intanto, troviamo lo stallo. Passano i giorni, le settimane, troviamo anche l’adozione definitiva e insieme al nostro avvocato sollecitiamo l’intervento. Le autorità però decidono di non effettuare il sequestro, nonostante ci fossero tutti i presupposti per farlo, ma convincono il proprietario a cedere la cavalla. Lui accetta, ma i documenti non sono in ordine, la cavalla in banca dati non risulta essere in quel luogo, il passaporto è da sistemare».

La tragica notizia «Così passa un mese. Comunichiamo che la

cavalla sta peggiorando, è sempre più magra. Un altro mese di solleciti. Infine la notizia: la cavalla è morta». Nicole Berlusconi è senza parole: «Gli animali sono vite, sono esseri senzienti. Non possiamo più permettere che qualcuno, autorità comprese, ci impedisca di salvarli. Infatti, la cosa più grave è che, oltre ad essere vittime dei proprietari, questi animali sono anche vittime delle istituzioni, vittime di un sistema che non funziona. Abbiamo tante, troppe segnalazioni su cui lavoriamo da mesi, alcune da anni, e su cui non si riesce ad ottenere nulla. Quando ho saputo della morte di Nuvola ho avuto un momento in cui volevo mollare. Tutto il lavoro, i giorni, le notti per cercare di salvare delle vite mi sono sembrate inutili; ma mio zio Silvio mi ha insegnato a lottare e a essere

determinati per ottenere quello in cui si crede.  E noi lotteremo e non ci fermeremo fino a quando non otterremo giustizia, fino a quando il sistema permetterà alla mia associazione Progetto Islander e a tutte le altre che si occupano di animali di intervenire tempestivamente sui reati di maltrattamento. Noi vogliamo essere la loro voce, la loro forza, la loro giustizia». (s.p.)

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