Olbia. Undici anni fa, l’ alluvione che costò la vita a sei persone. Chi in sede penale, chi in sede civile, i familiari delle vittime si sono battuti finora per ottenere il risarcimento dei danni. Le sorelle Nicolina, Maria Rosaria e Caterina Casalloni, figlie di Anna Ragnedda, la pensionata di 83 anni travolta dalla piena nella sua abitazione, in via Lazio, avevano promosso una causa civile. Due giorni fa, il Comune, con una delibera di giunta, ha dato il via libera affinché la propria compagnia assicuratrice, la UnipolSai, paghi la somma complessiva di 180mila euro alle tre sorelle. Ciò in virtù di un accordo raggiunto tra le parti che hanno composto in via transattiva la controversia.
Il 18 novembre 2013 persero la vita travolti dalla piena del ciclone Cleopatra, Anna Ragnedda, Patrizia Corona e sua figlia Morgana, Francesco Mazzoccu e suo figlio Enrico e Maria Massa. Il 6 maggio 2022, la Corte d’appello di Sassari, ribaltando la sentenza di assoluzione di primo grado, aveva ritenuto responsabili l’allora sindaco Gianni Giovannelli, il dirigente Antonello Zanda e il funzionario Giuseppe Budroni della morte di cinque delle sei persone (erano stati assolti per la morte di Maria Massa).
La Corte di Cassazione nel dicembre 2023 aveva dichiarato prescritto il reato di omicidio colposo, annullando quindi la sentenza di condanna, ma aveva confermato la condanna al risarcimento del danno stabilita dalla Corte di appello per Giovannelli e il Comune di Olbia. Era stato riconosciuto agli effetti civilistici anche il disastro colposo. I familiari delle vittime hanno già ricevuto la provvisionale di 100mila euro e ora, proprio in virtù della sentenza passata in giudicato, agiranno in sede civile per ottenere il risarcimento integrale. L’atto di negoziazione assistita non è andata a buon fine, e i legali si stanno preparando per ricorrere al tribunale. (t.s.)