La Nuova Sardegna

Olbia

Il naufragio alle Saline

Olbia, il relitto carbonizzato dell’Atina resta ancora a galla

Olbia, il relitto carbonizzato dell’Atina resta ancora a galla

La guardia costiera ha sospeso le operazioni di recupero che riprenderanno lunedì 4 novembre

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Olbia Come il leviatano di ritorno dagli inferi, riaffiora dal mare il relitto del maxi yacht Atina, affondato di fronte alle Saline lo scorso 10 agosto in seguito a un drammatico incendio a bordo. Dell’elegante e lussuoso 47 metri costruito dal cantiere olandese Heesen yachts nel 2008 e battente bandiera delle isole Cook resta ben poco: lo scafo blu e bianco ora è un ammasso carbonizzato dove a stento si riconoscono il ponte, la coperta e il portellone posteriore. L’azione combinata del fuoco e dell’acqua di mare ha inesorabilmente cancellato ogni traccia della splendida imbarcazione che l’armatore turco Serkan Borançili usava per le crociere di lusso nel Mediterraneo.

Per poco meno di tre mesi il relitto del maxi yacht Arina era rimasto lì, in fondo al mare davanti alle Saline, adagiato su un fianco a circa 8 metri di profondità, ma ora la Capitaneria di porto-Guardia costiera di Olbia sta per completare una costosa ma necessaria operazione di recupero e di bonifica ambientale. Concluse le operazioni di “parbuckling”, ovvero di raddrizzamento, il relitto è stato riportato in superficie, in galleggiamento, per essere svuotato dell’acqua che si trova all’interno. Poi l’imbarcazione è stata issata sulla piattaforma Conquest MB1 (la stessa impiegata per la Costa Concordia) per permettere alla guardia costiera di Olbia di effettuare una ispezione dello scafo necessaria per concludere le indagini sulle cause del naufragio, ancora in corso, condotte dalla Procura di Tempio e affidate proprio alla guardia costiera.

Domenica sera, 3 novembre, però un imprevisto: le operazioni sono state sospese perché c'è necessità di spostare le catene in una nuova posizione per issare il relitto a bordo in sicurezza. L’Atina, infatti, essendo impregnata d'acqua è più pesante di quanto si pensasse, pertanto ieri è rimasta in galleggiamento, mentre questa mattina saranno spostate le catene e il relitto sarà “imbarcato” sulla piattaforma, pronto per essere trasferito a Piombino per la demolizione. La bonifica dello specchio di mare dove è naufragato lo yacht e del tratto di fondale dove è rimasto adagiato il relitto (saranno effettuate scansioni in 3D) con ogni probabilità si concluderà martedì o al più tardi mercoledì 6 novembre. A quel punto dell’Atina resterà solo un fascicolo d’inchiesta negli uffici della Procura di Tempio.

L’operazione di recupero, coordinata dalla Capitaneria di porto di Olbia, è stata eseguita dal personale specializzato dalla Resolve marine, leader mondiale questo tipo di interventi. Al lavoro una decina di sommozzatori che con una gru hanno raddrizzato e sollevato l’Atina poggiandola sulla piattaforma. Un intervento delicato e rischioso dal punto di vista ambientale, che il personale ha svolto perfettamente anche grazie alle grandi panne galleggianti sistemate intorno al sito per scongiurare danni ambientali.

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