La Nuova Sardegna

Olbia

Tribunale

Uccise l’ex amico con il tubo dell’aspirapolvere: inizia il processo a Fabio Malu


	L'imputato Fabio Malu, a sinistra, con l'avvocato Giampaolo Murrighile
L'imputato Fabio Malu, a sinistra, con l'avvocato Giampaolo Murrighile

La famiglia della vittima, Davide Unida, si è costituita parte civile. Il fatto era accaduto a Luras nel 2023

28 novembre 2024
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Luras.  Si è aperta oggi, 28 novembre, l’udienza preliminare nei confronti di Fabio Malu, il 32enne di Luras accusato di aver ucciso il compaesano Davide Unida (37 anni), colpendolo violentemente alla testa col tubo di un aspirapolvere. L’aggressione era avvenuta nel corso di una lite l’8 luglio 2023. Unida era morto quattro giorni dopo, il 12 luglio, a causa delle gravissime lesioni riportate alla testa.

Fabio Malu è accusato di omicidio volontario con l’aggravante del fatto commesso per futili motivi. Nel corso dell’udienza – in aula era presente anche l’imputato – si sono costituiti parte civile con l’avvocato Sergio Milia, i genitori della vittima e due fratelli. Il gup Alessandro Cossu, accogliendo l’eccezione del difensore di parte civile, ha disposto il rinnovo della notifica della richiesta di rinvio a giudizio per un terzo fratello che vive in provincia di Catania per costituirsi, anche lui, parte civile.

Il difensore dell’imputato, l’avvocato Giampaolo Murrighile, ha chiesto al gup che l’udienza venisse rinviata per incompletezza degli atti di indagine nel fascicolo della difesa (autopsia e altra documentazione). L’udienza è stata quindi rinviata al 9 gennaio 2025. Il giudice si è invece riservato sulla richiesta, avanzata dallo stesso difensore, di revoca della misura cautelare applicata a Malu, attualmente sottoposto all’obbligo di dimora a Tempio, all’obbligo di presentazione ogni giorno alla polizia giudiziaria, e all’uso del braccialetto elettronico.

L’aggressione era avvenuta al culmine di un acceso litigio. Tra loro c’erano forti dissapori. Secondo la ricostruzione dei fatti, Unida, aveva affrontato con un’ascia l’ex amico che nel frattempo aveva raggiunto una via vicina ed era rispuntato brandendo un tubo metallico. Davide Unida, colpito alla testa e al collo, era crollato a terra. Alcuni testimoni avevano prontamente chiamato i soccorsi, ma il ferito si era rifiutato di salire sull’ambulanza ed era andato a sedersi per qualche minuto vicino a un bar. Poi, barcollando, si era diretto verso casa, in via Regina Margherita, dove si era accasciato. (t.s.)

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