Olbia, stop all’abbandono delle navi romane. Carbini: «Ora valorizziamole»
Il consigliere di minoranza dopo il punto sul patrimonio culturale: «Sono soddisfatto, il sindaco si è impegnato»
Olbia. I resti delle navi romane, abbandonati per anni in uno spazio esterno dell’ex Artiglieria, sono adesso conservati all’interno di nuove casse in vetroresina. E in futuro saranno oggetto di nuovi studi e, forse, di interventi di restauro. Lo hanno spiegato dalla Soprintendenza nei giorni scorsi, a nove mesi dal servizio della Nuova Sardegna che aveva mostrato il pessimo stato di conservazione di quello che è un patrimonio ritenuto unico al mondo. Un incontro, quello che si è tenuto al museo, voluto da Comune, Soprintendenza e Segretariato regionale del ministero della Cultura, durante il quale è stato anche spiegato che sono diversi gli interventi realizzati o ancora da mettere in campo con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio culturale olbiese in generale.
Una risposta che soddisfa Eugenio Carbini, il consigliere comunale di minoranza che più volte era intervenuto, nel corso degli ultimi mesi, per chiedere la messa in sicurezza dei preziosi reperti trovati nel sottosuolo olbiese. «Sono orgoglioso di avere contribuito, con la mozione presentata a giugno in consiglio comunale e votata all’unanimità, a mettere in moto un ingranaggio che ci ha condotto a fare il punto sul patrimonio culturale di Olbia – dice Carbini, del gruppo Liberi –. Lo scandalo delle navi romane, d’altronde, aveva colpito tutta la città. E non potevamo permettere che su tale tema potesse calare un imbarazzante silenzio. Non nascondo che fossi comunque preoccupato, dopo nove mesi, di assistere nuovamente a una inspiegabile situazione di stallo. In tal senso devo riconoscere che il sindaco Settimo Nizzi, come promesso, si è impegnato affinché si arrivasse immediatamente a una soluzione del problema, e per questo ne riconosco i meriti e lo ringrazio personalmente».
Carbini prosegue: «Finalmente c’è una chiara volontà da parte delle istituzioni coinvolte, e soprattutto da parte del Comune, di voler investire sul patrimonio culturale della città. Politica lungimirante sulla quale personalmente credo, anche in termini di ritorno economico. Ormai innumerevoli studi dimostrano che gli investimenti fatti nel settore della cultura hanno un ritorno economico con un moltiplicatore fra il 2,5 e il 3,5 rispetto all’investimento iniziale. Olbia ha il potenziale per affermarsi finalmente anche come città della cultura e non solo come polo attrattivo turistico, bisogna soltanto crederci».